C'È TUTTO IL TEMPO
I significati della sfida europea dei viola, messa in cassaforte la qualificazione ai sedicesimi così come il primo posto nel girone, erano da ricercare in aspetti probabilmente meno avvicinenti ma pur sempre interessanti: non ultima la voglia di mettersi in mostra di quei giocatori che, per motivi fisici o per scelta tecnica, si sono visti risucchiare sul fondo delle gerarchie di Montella. Una lunga lista, di nomi vecchi e nuovi, composta da Richards, Badelj, Lazzari, Kurtic e adesso anche da Tomovic. Eppure, di tanta attesa, la serata sfortunata della sfida contro la Dinamo Minsk ha lasciato ben poco, non dando al tecnico quei segnali tali da indurlo a puntare sulle cosiddette seconde linee in vista dei prossimi impegni. Non manca però una sorpresa, una nota lieta in mezzo alle delusioni (seppur sopite dalla qualificazione già ampiamente assicurata): sorpresa che porta il nome del giovanissimo Simone Minelli.
L'esordio in prima squadra per un giovane viola appare a prescindere un aspetto positivo, comunque da sottolineare, a maggior ragione se sul palcoscenico europeo. Ma non si è trattato soltanto di far presenza, tutt'altro: l'attaccante è stato premiato per quanto espresso nella Primavera di Guidi (non ultima la prestazione di Genova, condita dal terzo gol stagionale) ed ha avuto modo di mettere in mostra anche tra i "grandi" le proprie qualità. Qualità che hanno permesso al classe 1997 di attirare l'attenzione di Vanoli in Under 18, ripagando anche in tal caso la fiducia del tecnico tanto da indossare la fascia di capitano tra i giovani azzurri. Nessun mugugno naturalmente per l'errore sotto porta ma solo segnali incoraggianti, culminati con l'assist fornito a Marin dopo un ottimo spunto sulla sinistra e riscontrabili ancor di più in un atteggiamento propositivo, con tanta voglia di far bene al Franchi, da parte del numero 43. Personalità dunque, senza sottovalutare la capacità di svariare su tutto il fronte offensivo mostrandosi versatile ed imprevedibile. Niente pressioni, è prestissimo e c'è tutto il tempo, ma la piacevole consapevolezza di poter parlare sul campo la stessa lingua di chi ha più esperienza: il futuro è dalla parte di Minelli e Montella, dal canto proprio, ha mostrato di non avere preclusioni nei confronti di chi, in Primavera, riesce a mettersi in mostra con continuità.