BUONA LA PRIMA
Tra portieri tifosi, pernici al vento, nuovi esterni e vecchie magagne si è conclusa la prima tranche di preparazione estiva viola. In quel di Moena, in un paesaggio fantastico sporcato dal caldo e lavato da qualche violentissimo acquazzone, i viola hanno corso, pedalato, giocato e sudato. La Fiorentina partiva il 16 luglio con una squadra ancora da rivoluzionare, un nuovo allenatore e una nuova dirigenza, tante cessioni, tante incognite e pochi acquisti. Di facce nuove, alla partenza da Firenze, c'erano solo quelle di El Hamdaoui e Hegazy. Non proprio Rui Costa e Batistuta.
Tutte le altre erano note, alcune famigerate. C'era Montella e la sua squadra di collaboratori, tra cui il "mago delle palle inattive" e Nicola Caccia. La curiosità era tutta per loro e per quell'allenatore che da giocatore sembrava tutto meno che un tattico, uno che le partite le vinceva col genio non con l'organizzazione. Eppure, fin dai primi allenamenti, l'ex areoplanino si è trasformato in torre di controllo capace di gestire e registrare tutto, dal singolo calcio di punizione fino al più veloce movimento d'attacco. Col cappellino sempre in testa e il fischietto in bocca ha conquistato tutti.
E mentre Montella parlava con Jovetic e riprendeva Vargas, ancora lontanissimo dall'esterno ammirato qualche anno fa, Pradè e Macia iniziavano a metter a segno qualche colpo. Prima Roncaglia a parametro zero, poi Cuadrado con una formula che più contorta non si puo', e poi, in un crescendo da film thriller il doppio colpo Viviano-Della Rocca chiuso dalla sorpresa Mati Fernandez. Contemporaneamente l'irrigidimento su Jovetic, prima di Pradè e poi confermato perentoriamente da Andrea Della Valle, apparso su di giri a Moena.
Insomma, in queste due settimane la Fiorentina ha iniziato a cambiare volto. L'entusiasmo, sebbene non alle stelle, è comunque riaffiorato come l'arcobaleno dopo mesi di pioggia. La prima parte del ritiro è dunque da considerarsi positiva: nessun infortunio e tante facce nuove, e, a parte la storia dei bicchieri volanti al compleanno di Cerci, Montella è riuscito anche a controllare un gruppo tendente all'allegro. Ora, però, serve continuare così. Basta "ragazzate", basta cene e quant'altro, "il jolly - come ha detto Pradé - se lo sono già giocati".