BELTRAN, Da Cordoba a Firenze, per il grande calcio
Lucas Beltran è stata l’ultima idea di mercato per l’attacco viola. Ma, a differenza di altri prototipi di scommesse, in questo caso la Fiorentina ha scelto di puntare su uno dei ragazzi più affermati già attualmente in Argentina.
Il Vikingo (così chiamato per il volto dalla carnagione rossiccia, con tratti somatici che ricordano quelli del Nordeuropa) era ad oggi uno dei giocatori più pronti al grande salto nel Vecchio Continente. Dopo aver mosso i primi passi con la pelota a Cordoba (sua città natale), nell’Instituto, è il River la prima società a credere in lui. Così, il club più titolato d’Argentina lo porta a casa, lo cresce dal settore giovanile all’esordio in prima squadra, prima di mandarlo un anno a Santa Fe, sponda Colon, per garantirgli più minutaggio con i grandi.
Rientrato al Monumental, con i Millonarios racimola sempre più spazio, fino a diventare l’attaccante titolare di Martin Demichelis, arricchendo la scorsa stagione con 12 centri in Primera Division, vinta dal River.
Piccolino, rapido ad attaccare gli spazi e capace nel dialogo coi compagni, Beltran in Argentina non era considerato un predestinato come il suo predecessore, Julian Alvarez (che a soli 23 anni ha già vinto tutto), ma a fine campionato era comunque uno dei profili più in voga di tutto il panorama nazionale. Lo ha capito anche la Roma, che facendo leva sull’amicizia di vecchia data tra Paulo Dybala e lo stesso Beltran, ha provato un inserimento last second. Senza successo.
Alla fine della fiera, il Vikingo adesso proverà a compiere l’ultimo step che attende da sempre i più promettenti giocatori sudamericani: l’affermazione in Europa, nel grande calcio. La speranza dei viola è che ce la faccia già a Firenze, città indissolubilmente legata agli argentini come Beltran, il 29esimo di tutta la storia della Fiorentina.