ASTORI, 109 volte in viola: la storia del Capitano

04.03.2018 20:00 di  Pietro Lazzerini  Twitter:    vedi letture
ASTORI, 109 volte in viola: la storia del Capitano
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© foto di Giacomo Morini

Davide Astori, è arrivato alla Fiorentina il 4 agosto del 2015. In quei giorni si parlava molto della cessione di Stefan Savic all'Atletico Madrid, prelevato prima di volare all'estero per un'amichevole che non avrebbe mai disputato con i viola, ma l'arrivo dell'ex centrale di Cagliari e Roma, calmò, almeno momentaneamente, una piazza in fermento. 

In poco più di due stagioni e mezzo, ha collezionato 109 presenze in tutte le competizioni con la maglia gigliata, diventando il capitano nell'estate del 2017 dopo la partenza di Gonzalo Rodriguez. Il primo dei tre gol totali messi a segno con la Fiorentina, arriva il 26 ottobre del 2016 in casa nell'1-1 contro il Crotone. Successivamente ha segnato nello stesso campionato contro l'Inter (vittoria per 5-4 al Franchi) e, in questa stagione, nella vittoria per 5-0 contro il Verona al Bentegodi. 

Il suo carattere è sempre stata una delle qualità che hanno permesso ai tifosi di affezionarsi a lui. Un episodio chiave nella sua avventura Fiorentina è legato alla sconfitta per 2-0 subito dai giocatori di Paulo Sousa contro l'Empoli al Castellani il 10 aprile del 2016. Al termine della gara, la sua reazione da leader non piace al portoghese, che infatti, contro l'Udinese, dopo aver scontato la prima giornata di squalifica (per diffida) contro il Sassuolo, viene clamorosamente lasciato in panchina con conseguente sconfitta al Friuli. 

Un ragazzo che ha mostrato sempre grande attaccamento al colore viola, tanto che nelle ultime settimane era sul punto di prolungare il proprio contratto per legare la propria carriera indissolubilmente alla maglia della Fiorentina. Il primo a parlare dopo le sconfitte e l'ultimo a prendersi il merito di ciò che avveniva in campo dopo le vittorie. Un capitano riconosciuto da tutti all'interno dello spogliatoio, un uomo che era entrato nel cuore di tutti grazie al lavoro e alla sua grande professionalità. 

Questa stagione è stata segnata anche dall'amarezza per la mancata qualificazione al Mondiale in Russia, dove con la Nazionale azzurra avrebbe potuto partecipare senza problemi, vista la stima riposta in lui da parte dell'ex ct Ventura. Un'occasione persa che ne aveva segnato il rendimento per qualche partita, senza però mai dare segno di cedimento. 

La tragedia ha fermato la sua vita nel pieno della maturità professionale. Il minimo che ogni tifoso viola potrà fare, è ricordare le sue qualità, il suo sorriso e la caparbietà con la quale ha difeso i colori della città di Firenze.