ASPETTANDO GODOT
L'inizio, di certo, era stato da far luccicare gli occhi. Cortina 2010, la Fiorentina affronta la sua prima amichevole stagionale. Adem Ljajic sistema con cura il pallone appena fuori dall'area di rigore. Mihajlovic, per giorni e giorni, ha fatto vedere il "manuale della perfetta punizione" ai suoi. E lui, Ljajic, tira fuori dal cilindro il primo sigillo dell'era Sinisa, proprio su punizione. Insomma, l'auspicio era dei migliori. E poi, con l'aiuto di Jovetic, l'inserimento sarebbe di certo andato alla grande.
Poi, però, con il crack di Jo-Jo e gli infortuni a ripetizione, gli spazi sembrarono addirittura crescere per il giovane Ljajic che, infatti, si ritrovò catapultato con la maglia da titolare, e persino già svezzato nell'esultanza sotto la Fiesole, magari dopo un rigore. Da lì anche qualche rimbrotto, cioccolate e affini per intendersi, seppure probabilmente gli abbia fatto più male un altro rigore, stavolta sbagliato. Perchè poi, escludendo il gol da tre punti contro il Brescia, per Ljajic non solo gli spazi sono diminuiti, ma anche le luci della ribalta si sono sbiadite.
Prestazioni incolori, una minore fiducia di Mihajlovic e tanta panchina per l'altro gioiellino arrivato dal Partizan di Belgrado. E mentre Jo-Jo garantiva per lui, pur alle prese con i propri problemi fisici, Adem sembrava perdersi un po' per strada. Sempre meno incisivo, fin troppo leggero anche per attuali caratteristiche fisiche. L'ingresso a Palermo, in una gara che sembrava preludere a un finale diverso di stagione per i viola, fu invece l'ultimo acuto. Da allora, i più, sembrano aver smesso persino di parlarne.
Eppure Ljajic, come del resto Jovetic, resta uno dei patrimoni più importanti per la Fiorentina di domani. Per quella di Cortina ma anche per quella che il 28 agosto partirà per l'avventura in campionato. E se sarà giusto attendersi approcci e prestazioni diverse dal suo primo anno intero in viola, sarà altrettanto equo ricordarsi dell'età del ragazzo, e del tempo necessario per il salto e l'ambientamento nel calcio italico. Per fare un esempio, anche dello stesso Jovetic. Infondo, persino Agnelli, nei confronti di un certo Del Piero non ha mai lesinato fior di "stecche". E se immaginare una carriera di Ljajic ai livelli di Del Piero è a dir poco azzardato, il prestito del famoso "aspettando Godot" di Agnelli, a mentre fredda, e lontano da strisce poco simpatiche, può persino sembrare calzante.