AMARIO MONTENEGRO
L'abuso di titoli e concetti talvolta è controproducente. Stavolta la crasi dei due binari di passato e futuro viola, però, è nel retrogusto di un amore sfiorito e nel sapore leggero dei sogni. I ragazzi con la valigia sono viandanti coi milioni in tasca, sono giovani che cercano, ognuno a modo loro, una nuova casa. Stevan Jovetic ha detto addio, prima che il fazzoletto sia spiegato. Lo striscione, piuttosto: il saluto ha l'ironia di una città che non rimpiange e non perdona. L'orgoglio dolce amaro di Firenze, città d'arte, è in quelle parole. Trenta milioni di fischi sono pronti a piovere per uno Jo-Jo che stavolta non è tornato indietro ma che ha deciso di spezzare il filo, di seguire la retta torinese, di volare dai campioni e di rincorrere i milioni. Trenta, appunto.
Il prezzo giusto, per la Fiorentina, meno per la Juventus. Valutazioni e svalutazioni di mercato, ma l'affare s'ha da fare. Poi Mario Gomez. Il nodo cruciale, che lega il Montenegro alla Germania, è che i milioni per Jovetic saranno poi versati al Bayern Monaco per il centravanti. Campione d'Europa e innamorato della culla del Rinascimento, l'accordo col calciatore è trovato, quello coi bavaresi pure. Manca l'assegno con scalo a Torino, da far partire verso la Baviera. Intanto il retrogusto dell'addio è amaro, ma il futuro ha il sorriso di Gomez. Un sapore Amario.