ACCONTENTATO
Eccola qua, la concretezza tanto agognata da Paulo Sousa. Deve aver martellato insistentemente, il tecnico portoghese, nei confronti dei suoi giocatori. Del resto, è stato un po' il filo conduttore di questi giorni che hanno preceduto la vittoria di Poznan. "Dobbiamo essere più concreti", il mantra ripetuto a più riprese, in più di una situazione. Devono averlo recepito benissimo, Ilicic e compagni, vista la gara tirata fuori in terra polacca. Precisione? Poco importa. Brillantezza? Poco importa. Importante, invece, era sfruttare le occasioni a disposizioni. Quello che, in sostanza, non era successo nella gara d'andata, a Firenze, contro la squadra di Urban. Lo aveva fatto notare lo stesso Sousa: "Il rammarico è quello di non aver concretizzato quanto prodotto".
Scenario completamente differente, invece, quello mostrato ieri sera. Una Fiorentina tutta sostanza, sublimata da quel Josip Ilicic per una sera travestitosi da ultimo finalizzatore. "Contava soo la vittoria - dicono in coro Bernardeschi e lo steso sloveno -, a volte il bel gioco va messo da parte". E allora avanti così, verso una qualificazione europea che poteva essere compromessa, verso una partita - quella con la Sampdoria - che potrebbe per certi versi ricordare quella di Poznan, ma soprattutto verso un processo di maturazione di cui solo le grandi squadre si rendono protagoniste. Vincere (quasi) sempre, a prescindere dal gioco.