A DENTI STRETTI
E' un sorriso a denti stretti, quello che resta al fischio finale di Napoli-Fiorentina. E non unicamente dettato dal sollievo di sapere che non vedremo più (si spera) gare del massimo campionato calcistico italiano disputate su un campo di patate. Anche perchè, altrimenti, gli stessi addetti ai lavori dovrebbero adattarsi a commentare gesti atletici più affini al beach-soccer che non al tanto amato e discusso gioco più bello del mondo.
Perchè i circa 60 minuti di gioco offerti dalla squadra di Montella restano negli occhi, e testimoniano la bontà della strada intrapresa da tutta la Fiorentina. Nelle scelte di mercato, prima, e nell'applicazione in campo poi. Ed è forse anche per lo stretto legame tra il mercato, e le idee di Montella, che da Napoli si rientra con una buonissima prestazione, ma anche con una sconfitta figlia di una certa eccessiva leggerezza sotto porta.
Che a questa squadra manchi un attaccante di peso, del resto, è facile intuirlo. Seppure le alternative El Hamdaoui e Ljajic facciano intravedere qualcosa di buono, e seppure ad ora lo score di Jovetic sia quello di un vero e proprio bomber, appare sin troppo lampante quanto possa mancare a questa squadra un finalizzatore. Ma se così è, tanto vale farsene una ragione e fino a prova contraria conviene attendere i responsi dal campo da Toni. Aggrappandosi a un gioco espresso su ottimi livelli, e con individualità destinate a crescere.
Dai tre centrali alla prova di Cuadrado in un ruolo da "esterno destro" interpretato in tutt'altro modo rispetto al diretto predecessore, la linea mediana della Fiorentina si è imposta per più di un'ora, lasciando ai paletti il super Napoli di Mazzarri. Forse in pochi lo avrebbero immaginato. Restano, poi, gli episodi a decidere. Le due reti del Napoli nate da calcio piazzato, e qualche relativa responsabilità di Viviano che comunque sintetizzano soprattutto la sfortuna dei viola. Piovuta dopo una gara che avrebbe meritato ben altro risultato di uno striminzito 0-0.
In tempi in cui troppi bilanci è inutile tirarli, anche al termine delle gare, vale sottolineare allora quella che è l'idea della squadra. E del suo allenatore. Un'idea intrigante, destinata a materializzarsi con il tempo, e per questo meritevole di pazienza e attesa. Se il buongiorno si vede dal mattino, questa Fiorentina, ha già regalato buonissimi sprazzi di bel tempo. Ed è fondamentalemente questo il motivo del sorriso (a denti stretti) che appare dopo l'uno a due di Napoli.