A CACCIA DELL'INVENZIONE
Stefano Pioli sabato scorso ha provato a sparigliare le carte del reparto offensivo per vedere poi i risultati del suo esperimento. Che, a dir la verità, sono stati piuttosto modesti. Tanta è stata la sorpresa nel vedere Eysseric rilanciato dal 1' e Mirallas proposto nell'inedito ruolo di punta centrale, ma altrettanta è stata poi la delusione nel confutare che le loro prestazioni sono gravitate piuttosto a distanza rispetto ad una valutazione degna di nota, o quantomeno sufficiente. Se il belga dalla sua ha l'attenuante di essere arrivato da poco in un contesto differente rispetto a quelli che ha vissuto in carriera, e di aver interpretato un ruolo comunque lontano dalle sue corde, dal lato del francese invece le scusanti diventano meno per quella che è stata una prestazione nettamente insufficiente, durata appena un tempo.
Con le esclusioni recenti di Simeone e Pjaca, anche se il primo è subentrato subito dopo l'intervallo del Grande Torino, si può dire che l'unico calciatore a godere di fiducia totale ed incondizionata del suo allenatore, allo stato attuale delle cose, sia Chiesa. Il figlio d'arte manca ancora di incisività in zona porta, ma la quasi totalità delle azioni gigliate passa dai suoi piedi e dalle sue invenzioni. Questo, l'abbiamo già detto, alla lunga rischia di diventare un limite. Perché quando manca all'appuntamento Chiesa, diventa vitale che ci sia qualcuno subito pronto a raccoglierne l'eredità tecnica sul rettangolo verde. Ma tutti, per un motivo o per l'altro, stanno lasciando qualcosa per strada. Ecco perché Pioli in cuor suo sa che qualcosa deve cambiare, e va a caccia di un'invenzione per sabato prossimo. Quando al Franchi arriverà la Roma.