VISTA IN TRASFERTA, Il freddo ferma i viola, il tifo no

a cura di Patrizia Iannicellj
18.01.2016 16:00 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
VISTA IN TRASFERTA, Il freddo ferma i viola, il tifo no

Dopo la battuta d'arresto al Franchi contro la Lazio, la Fiorentina nel posticipo della prima gara del girone di ritorno è di scena al Meazza di Milano contro il Milan dell'ex Mihajlovic. Ancora una volta l'orario in notturna e la difficoltà di reperire i tagliandi, in vendita solo in alcuni sportelli bancari e on line, fa desistere una buona parte dei tifosi di seguire la squadra. Il numero totale dei presenti nel terzo anello, circa settecento, si spostano nel primo pomeriggio con pochi pullman e con mezzi propri. La solita serafica pazienza per i controlli di routine ma soprattutto per raggiungere la"piccionaia" della Scala del calcio del Meazza, una rampa interminabile. Il vento di tramontana imperversa già all'arrivo intorno alle 19.00, ma il calore dei cuori pulsanti dei tifosi gigliati mette da parte l'ennesimo ostacolo della serata. All'entrata in campo delle squadre, la formazione è scontata visto le defezioni di Badelj per infortunio e Gonzalo per squalifica. Si parte con Tatarusanu, Tomovic, Astori, Roncaglia, Bernardeschi, Suarez, Vecino, Alonso, Borja Valero, Ilicic, Kalinic. La visuale è perfetta anche se i giocatori sono in dimensioni da subbuteo, ma con gli altri settori quasi vuoti, i cori dei tifosi viola incisivi e costanti rimbombano in tutto l'impianto. Trascorrono solo pochi minuti e di colpo la voce si blocca, ammutoliti per l'ennesimo errore personale  di una difesa disattenta che innesca il goal del vantaggio rossonero ad opera di Bacca. Dopo attimi di sbandamento si ritorna ad incitare la squadra, ma si nota quanta difficoltà nei singoli e quanto sia lezioso il gioco tra infiniti passaggi con l'evidente difficoltà di portarsi verso l'area avversaria. Qualche spunto positivo viene dalle fasce con Alonso e Bernardeschi, ma il portiere milanista non ha grandi problemi, anche per l'imprecisione dell'attacco viola. Il display del cartellone evidenzia i minuti che corrono, dagli spalti serpeggia la preoccupazione, qualche mugugno e critica verso giocatori non all'altezza. Si va all'intervallo, la speranza di ribaltare la gara resta intatta. Nella seconda fase di gioco la squadra gigliata sembra più determinata, il pressing è intenso ma il Milan non corre grossi pericoli, che si difende ripartendo in contropiede.

Momenti di apnea arrivano da un tiro di Antonelli che viene neutralizzato da Tatarusanu. Al primo cambio viola di Suarez, che non ha convinto,  per Rossi  anche il tifo sembra ritrovare una maggiore intensità , torna l'entusiasmo di una probabile rimonta. Alla mezz'ora i toni calano, Alonso resta a terra per un infortunio ed è costretto a lasciare il campo, entra Pasqual al suo posto. Con gli occhi verso il tappeto verde e la rabbia di vedere una squadra così rimaneggiata la forza di urlare sembra venire meno, e complice una temperatura polare sembra affievolire anche i più coriacei. Quasi a fine gara l 'allenatore portoghese tenta il tutto per tutto inserendo Babacar per un Ilicic meno brillante del solito. Come copione già visto al Franchi, dal possibile pareggio alla beffa del raddoppio con Boateng, da poco entrato in campo, favorito da un'uscita avventata del portiere rumeno  che lascia la porta vuota e decreta la fine della gara. Sugli spalti cala letteralmente il gelo, pietrificati e ammutoliti non solo per il freddo pungente.  Non riescono a credere come sia avvenuta una involuzione di gioco e di aggressività in due gare, che di colpo sembra ridimensionare sogni e obiettivi. Enorme il disappunto per i  rinforzi che tardano ad arrivare, non solo per alcuni reparti carenti, ma anche per avere delle alternative verso i titolari che nel girone di andata hanno dato e fatto il massimo. Increduli, perplessi ma soprattutto preoccupati anche per la difficoltà in fase offensiva, ma anche per la mancanza di una reazione di carattere. Lo sgomento e la delusione immensi, anche per l'avversario non certo irresistibile che ancora una volta si è riportato in auge. Nessuna contestazione o coro offensivo all'uscita del campo della squadra, pochi i giocatori sotto il settore ospiti a ricevere gli applausi dei sostenitori, che ancora una volta hanno dimostrato la maturità di stare accanto alla squadra in questo momento di difficoltà. Alle 23.15 i tifosi, anche per la poca affluenza dell'intero impianto, lasciano mesti il Meazza, consapevoli che un calo era da preventivare nell'intera stagione, e che forse il primo freddo ha fermato la corsa dei viola. Resta ancora il girone di ritorno per rimediare e ripartire, ognuno che interpreti il proprio ruolo, i tifosi sempre presenti.