VAZQUEZ, Il Toro di Mondonico come una famiglia

29.03.2018 21:59 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
Fonte: Giacomo Iacobellis
VAZQUEZ, Il Toro di Mondonico come una famiglia
FirenzeViola.it

Il calcio piange la scomparsa di mister Mondonico. Il brutto male che lo attanagliava da tempo oggi ha avuto infatti la meglio, ma il ricordo del "Mondo" resterà vivo in eterno. La notizia, d'altronde, ha già fatto il giro del mondo, arrivando anche al suo ex calciatore Rafael Martin Vazquez. È proprio lo storico centrocampista del Real Madrid e della Nazionale spagnola, in forza al Torino di Mondonico tra il 1990 e il 1992, che TuttoMercatoWeb.com ha intervistato in esclusiva in questo triste giorno.

"Prima di tutto - esordisce Vazquez -, ci tengo a mandare un forte abbraccio alla famiglia di Mondonico e a tutti i tifosi del Torino. So bene che il mister non sarà dimenticato, non solo per i suoi ottimi risultati sul campo, ma per il suo carisma e per la sua genuinità. Era una persona speciale".

Come ha appreso la notizia?
"Ieri ho parlato con Parretti, il nostro preparatore al Torino. Mi ha detto che le condizioni di Mondonico stavano peggiorando in maniera grave. Poi stamattina mi è arrivata la triste notizia, mi dispiace davvero tanto".

Quella nel Toro di Mondonico fu la sua prima esperienza lontano da Madrid. Che ricordo ha?
"Conservo tantissimi ricordi di quella avventura. Io e Mondonico abbiamo vissuto di tutto in quei due anni insieme: momenti buoni e momenti meno buoni. Vincemmo la Coppa Mitropa e giocammo la finale di Coppa UEFA contro l'Ajax, il nostro era davvero un grande Torino".

Qual era il segreto di quella squadra?
"Eravamo una famiglia, tutti uniti, giocatori e staff tecnico. Tra noi c'è sempre stato massimo rispetto. E l'ambiente intorno alla squadra, con la travolgente passione dei tifosi, era davvero incredibile".

Dalla Quinta del Buitre al Torino. Cosa le ha lasciato mister Mondonico?
"Ho imparato tanto con lui. Mondonico preparava le partite in modo maniacale e trasmetteva a tutta la squadra la sua immensa voglia di vivere. Era la prima volta che giocavo lontano da casa, in un altro campionato e in un altro Paese, e il Mondo fu decisivo coi suoi consigli. Mi fece subito sentire parte di una grande realtà e per questo porterò sempre un bel ricordo di lui dentro di me".