VAI FIORENTINA, E' la tua notte
Fa effetto incrociare il Bayern in questo grosso chewing gum che di notte si colora, uno stadio che sa di soldi e primati, tecnologia e potere, perché dentro l’Allianz Arena, settantamila posti a sedere sotto un fungo moderno, gioca la squadra più forte di Germania.
Così dicono, anche se Toni non segna da una vita, Klinsmann traballa e la classifica della Bundesliga è smilza, mai così tanto da trent’anni. Ma ci sono Ribery e Klose, Van Bommel e Schweinsteiger, Podolski e Borowski, Lahm e Lucio, roba da brividi, e infatti Prandelli lo ammette: «E’ la partita più importante da quando alleno». Non solo per questo torna Mutu, che non è al massimo ma quando il calcio diventa chic è meglio averlo. E non solo per questo _ per confermare il dna prandelliano _ la Fiorentina giocherà con il 4-3-3 classico, nessuna marcia indietro perché si gioca all’Allianz Arena, stadio complicato anche per il Real Madrid.
Qui è inutile nascondersi, tutto è moderno ma si porta addosso il peso di qualcosa già vinto in passato, ventuno scudetti per esempio, l’ultimo un anno fa. Incroci da brividi, compreso quello con Toni. Prandelli mette in difficoltà il traduttore tedesco quando dice: «E’ bello ritrovare Luca e vederlo in campo, ma sarebbe ancora più bello farlo rosicare un po’».
VABBÈ, ma come si dice «rosicare» in tedesco? Ci vorrebbe google-language per tradurlo e Prandelli dà una mano all’interprete indeciso fra la possibilità di dimettersi o chiedere aiuto: «In italiano si dice che uno rosica quando perde le partite…». Ma questa, chiarisce l’allenatore viola, è una battuta: sarebbe da matti venire a Monaco contro il Bayern e pensare di poter vincere, uno può sperarlo ma annunciarlo proprio no. Anche perché Klinsmann, dall’altra parte, ha annunciato una partita assolutamente temeraria, uno show per far dimenticare le recenti figurucce. Il Bayern ha quattro punti nel gironcino, la Fiorentina due, riuscire a batterla vorrebbe dire per Klinsmann respirare un po’, qui si è parlato anche di esonero e i crucchi di solito non scherzano. Prandelli in versione Champions ripete i concetti già sentiti a Lione, ma con in più la forza degli ultimi risultati, cioè le tre vittorie consecutive in campionato. E’ come se la Fiorentina si sentisse sull’orlo di qualcosa di importante, una possibile farfalla colorata, oppure ancora un mezzo bruco: «Abbiamo ancora straordinari margini di miglioramento, la squadra può rendersene conto giocando una grande partita. Ci vuole coraggio in queste occasioni, spero che la Fiorentina sappia dimostrarlo. Anche se il Bayern è abituato a giocare da anni contro le squadre più forti del mondo, e noi siamo a un altro livello, ci sentiamo solo all’inizio di questa grande avventura». Prandelli è più sereno rispetto a qualche giorno fa, ha la faccia di un allenatore che ha ritrovato qualcosa, per esempio la squadra che si aspettava, anche se alla vigilia di partite come questa c’è sempre il dubbio che l’avversario sia troppo grande e forte. Con quale atteggiamento la Fiorentina entrerà stasera nel chewingum colorato? Prandelli ha una risposta semplice: «Giocare alla pari sarà difficile, non lo dico per scaramanzia ma perché so quanto valga il Bayern, conosco la forza dei giocatori, la loro esperienza, so quanto potrà incidere il tifo di settantamila persone… Noi abbiamo due possibilità: restare alti e ripartire per far male, con due o tre tocchi prima di arrivare al tiro, oppure subire e giocare in contropiede. La seconda cosa è esattamente quella che non dobbiamo fare».
PRANDELLI rispetta Toni e _ speranza di farlo rosicare a parte _ sa bene quanto possa essere pericoloso. «Ma il Bayern _ dice l’allenatore viola _ ha un giocatore più determinante di Luca: Ribery». Che non sarà bellissimo come questo stadio, ma è in uno stato di forma eccezionale. Ci vorrà una grande Fiorentina, o semplicemente una Fiorentina molto diversa da quella che ha giocato fino a un mese fa. Poi è cominciata una storia migliore. Potrebbe diventare spettacolare con una bella partita nell’Allianz Arena, uno spettacolo vederlo da fuori, figuriamoci da dentro.