UNDER 21, Osvaldo innamorato del pallone
"Sono contento per il gol, non per il risultato. Abbiamo giocato bene noi e loro, ma forse potevamo fare qualcosa di più. La rovesciata sul cross di Motta? Bel gesto, ma tanto fumo e poco arrosto. Le punizioni? Ho detto a Seba di tirarle lui. Le avrei tirate io se non se la fosse sentita". Geniale e pragmatico, Mario Balotelli racconta così l'esordio in azzurro e l'emozione del primo super gol («In serie A a furia di giocare segni, questo lo inseguivo da tempo»).Inno e falli Una serata che per troppi motivi terrà in eterno nel cuore, eppure all'inizio si vedeva che il ragazzo era finalmente emozionato e contratto. Calzoncini bassi come usano i suoi coetanei, dopo aver cantato abbracciato a Dessena e Marchisio il suo primo inno di Mameli ufficiale («Lo so suonare anche con il flauto» aveva raccontato in precedenza), Mario si è preso una stecca da Siontis al quinto secondo di gioco. Segnare al 4' da due metri sul cross basso di Criscito dev'essergli sembrato banale e allora di piatto ha messo sul fondo. I compagni hanno continuato a cercarlo e ha alzato più volte lui il pollice in segno di approvazione che un autostoppista che attraversa gli States. Giovinco ha battuto al posto suo una punizione che non avrebbe osato rubargli nemmeno Ibra ed Osvaldo sembrava non volergli passare il pallone nemmeno sotto tortura. Tanto che Mario al 30', ignorato sulla destra, ha pure alzato le braccia sconsolato.
Gol e pullman Inter Ma i predestinati sono tali perché sono al posto giusto al momento giusto. Minuto 34': proprio Osvaldo s'invola sulla destra e crossa basso al centro, la palla s'impenna e Balotelli, appostato sul secondo palo scarica un pallone al volo che s'infila nel sette. Lui come al solito esulta appena, mentre i giocatori dell'Inter, di rientro dall'amichevole di Locarno, vedono in tv e fanno festa in pullman. In campo invece è mucchio selvaggio dei compagni, che lui difende quando un greco entra cattivo su Osvaldo. Lo stesso greco che insieme ai connazionali lo ha applaudito a fine gara.Mamma controcorrente Ad applaudirlo in tribuna c'era solo il fratello Giovanni, giunto in auto da Brescia: «Si vedeva che all'inizio era contratto — racconta nell'intervallo — ma era la prima volta con un nuovo gruppo. Non voleva strafare, poi sul gol è uscito l'istinto». La sorella Cristina si è commossa dalla Spagna, mentre mamma Silvia era a Concesio davanti alla tv. «Ho pianto quando ha cantato l'inno — racconta — il gol non mi interessa e non capisco di calcio per dire se era bello o meno. Ma non scrivete troppo di lui». Mi sa che è tardi, signora...