TORREIRA, Italiano è un allenatore super e un loco
Cronache di Spogliatoio pubblica una lettera-testimonianza di Lucas Torreira, in cui il centrocampista della Fiorentina racconta se stesso sotto più sfaccettature, partendo dal suo luogo natale, Fray Bentos. Lì la carne è un culto, l’industria della macelleria ha dato da mangiare a molti, compresa la sua famiglia. Oggi ha rilevato quella davanti alla quale passava ogni giorno, un’idea di suo padre (ex telecronista dallo stile molto latino che ha commentato il Mondiale cui ha partecipato Lucas) e sembra funzionare.
Nel gennaio 2013 il provino agli Wanderers di Montevideo, con difficoltà iniziali a districarsi tra attacco e portiere adattato, e il saluto ai genitori, visti da allora non più di due-tre volte l’anno. La madre, purtroppo, è scomparsa a marzo scorso dopo una battaglia col Covid in terapia intensiva. Un incubo, l’idea di mollare tutto e tornare a Fray Bentos prima di andare avanti, per lei: la forza di continuare l’ha trovata tra le lacrime o nello struggente ricordo di entrambi a vederlo esordire in un Mondiale. A Montevideo, una grande realtà, e poi anni dopo l’incrocio con Gaston Ramirez, a Genova, altro ragazzo che come lui aveva lasciato il paesino sul fiume Uruguay.
A Pescara, portato dall’osservatore Roberto Druda, un impatto difficilissimo con la realtà europea e l’aiuto fondamentale del suo scopritore. Quindi l’esordio con Baroni e la svolta di mister Oddo, che decise di metterlo davanti alla difesa e gli cambiò la vita tanto da fargli guadagnare anche la chiamata con la Celeste. All’Arsenal il contatto con i campioni e due vicini di seduta nello spogliatoio quali Ozil e Lacazette.
Oggi convive con una radiolina come Gonzalez: non sta zitto mai, racconta, parla veloce e tanto, addirittura Odriozola capisce meglio la lingua italiana che il suo spagnolo. “Abbiamo un super allenatore”, uno dei passaggi più significativi in chiave presente nel racconto di Vincenzo Italiano, “negli spogliatoi la sua imitazione è un cavallo di battaglia. In campo è loco, a volte diventa compagno”. Un altro tecnico tosto, prosegue Torreira, è Diego Simeone, da lui rispettato anche se l’ha fatto giocare poco.