TERZO TEMPO, Ora solo a Potenza
Dopo l'atteggiamento dei calciatori della Fiorentina nei confronti di quelli dell'Inter nella penultima gara di A si è fatto un gran parlare di fair play e "terzo tempo". Effetto bontà già terminato vista la mancata ripetizione del gesto proposto da viola e nerazzurri. Solo "solite" strette di mano e saluti tra i calciatori senza rispettare protocolli. Ma a Potenza il presidente Postiglione ha invitato la Sambenedettese a cena.
Se n'è parlato tanto, forse troppo, un gesto spontaneo è bello perché tale, e unico forse proprio per il fatto di non essere ripetuto come obbligo o come parte di un cerimoniale predefinito. Nel rugby dipende dalla cultura che questo sport si è dato nel corso degli anni, nel calcio, quello chiamato impropriamente terzo tempo e mostrato, per la prima volta, da Fiorentina e Inter è un gesto di fair play che ha fatto bene al calcio dopo mesi passati tra violenza e polemiche. Tuttavia, l'effetto bontà auspicato dal sistema calcio è terminato, almeno nella forma, in quanto sui campi della A non si è ripetuto quanto avvenuto al "Franchi" due settimane fa. Soltanto strette di mano e saluti canonici, esistiti da sempre, tra i calciatori e nessun protocollo predeterminato ha fatto da cornice alla chiusura delle gare. E, dunque, se si attende ancora una decisione di Lega e Figc in merito a una codificazione del terzo tempo, c'è chi, nelle serie inferiori ha agito di sua iniziativa, rispettandone a pieno il significato intrinseco.
Infatti, dopo la gara tra Potenza e Sambenedettese valida per il girone B della serie C1, il presidente dei lucani Giuseppe Postiglione ha invitato a cena la squadra avversaria e dalla prossima domenica organizzerà, per le gare casalinghe del Potenza, tutta una serie di manifestazioni in favore del fair play. Senza protocolli e senza obblighi.