SPACCAROTELLA, Volevo solo sedare una rissa
I mass media mi hanno già condannato ma io aspetto l'esito del processo con fiducia". Rompe il silenzio il poliziotto che l'11 novembre di due anni fa uccise il tifoso laziale Gabriele Sandri lungo l'autostrada A1 vicino ad Arezzo. Luigi Spaccarotella parla a pochi giorni dal processo per ribadire che fu una tragica fatalità: "Volevo sedare una rissa. Correvo, ed è partito un colpo". Vorrebbe incontrare la famiglia di Gabbo "per dirgli non so cosa, almeno per porgergli il mio cordoglio", e confida: "Temo per la mia famiglia. Gli ultras potrebbero colpirmi".
Ai microfoni delle televisioni racconta la sua verità ma sfugge alle domande quando il giornalista gli ricorda che una testimone raccontò di averlo visto sparare ad altezza uomo: "Onestamente parlando, il mio racconto e il suo non sono molto differenti". Il contradditorio Luigi Spaccarotella lo affronterà venerdì prossimo, nell'aula del tribunale di Arezzo quando il giudice gli chiederà di rispondere di omicidio volontario.
Vestito con un giubbotto bianco, pantaloni sportivi e cappello da baseball, l'agente accoglie i giornalisti ad Arezzo, in un'abitazione messa a disposizione da uno dei suoi legali. Preferisce non mostrare il viso alle telecamere. Per tutto il tempo dell'intervista resta di spalle ma non smette di stringere la mano della moglie e si commuove quando parla della solidarietà che gli ha mostrato la sua famiglia fin dal giorno dell'incidente.
Luigi Spaccarotella ripete che sparò per riportare la calma dall'altra parte dell'autostrada: tra tifosi juventini e laziali "era scoppiata una rissa", spiega. "Ho provato a farli ragionare accendendo la sirena, sparando un colpo in aria.
Poi correndo lungo la griglia dell'autostrada è partito un colpo dalla mia pistola".
Secondo i periti del pm il poliziotto impugnò la calibro 9 mentre Sandri e quattro suoi amici erano già saliti a bordo della loro auro e si muovevano verso l'uscita dall'area di servizio di Badia del Pino. Il proiettile oltrepassò la prima rete metallica e le due corsie dell'autostrada. Poi colpì la griglia che divide le due carreggiate, venne deviato a sinistra e centrò il lunotto laterale posteriore della Scenic con a bordo i tifosi. Sandri era seduto al centro, tra i due passeggeri. Si accasciò colpito mortalmente al collo.
"Vorrei incontrare i genitori di Gabriele Sandri", ripete l'agente sospeso dal servizio con ordine del capo della Polizia. "Il giorno del funerale provai a fargli avere un messaggio di cordoglio, ma per qualche motivo che non conosco, il messaggio non arrivò".
La risposta della famigia Sandri non si è fatta attendere e pieno risentimento Cristiano Sandri, fratello di Gabriele, giudica "stucchevoli" le dichiarazioni di Spaccarotella: "Rimango esterrefatto. Ad un anno e quattro mesi di tempo, nel corso dei quali non si è fatto mai vivo, si presenta in televisione quando è a ridosso delle udienze processuali e questo denota la statura del personaggio. La sua - aggiunge Cristiano Sandri - è una strategia difensiva. Nulla di più".