SERIE A, Rose troppo opulente, le big sfoltiscono
Tacchinardi, Bojinov, Inzaghino, Baronio, Tare i sacrificati eccellenti.
La Juve è la società che taglia di più il monte-stipendi
Un colpo di forbice e via, talvolta onorando pure parte dello stipendio. Ecco il periodo dell’anno (e del mercato) in cui le rose si scoprono eccessivamente gonfie e gli allenatore reclamano un organico maggiormente asciutto, magari per evitare spogliatoi in ebollizione.
La Juve, la scorsa settimana, ha cominciato l’operazione-dismissione. Un modo per snellire la rosa è quello della rescissione del contratto: il giocatore diventa proprietario del proprio cartellino, le società, in presenza di onerosi contratti a lunga gittata, propongono una somma per liquidare forfettariamente i vecchi dipendenti.
E’ stato il caso di Alessio Tacchinardi, reduce dall’esperienza a Villareal: ha stracciato un accordo robusto, incassando la liquidazione e firmando per il Bologna. Lo stesso sta accadendo per Giannichedda: il centrocampista ha trovato l’accordo con il Livorno, caldeggiato da Orsi e Spinosi che lo hanno apprezzato nella comune esperienza di Formello. Altri possibili casi? Legrottaglie, forse Boumsong.
Gli stratagemmi sono molteplici, eccessivamente oneroso, nelle metropoli come in provincia, pagare mensilmente fiumi di stipendi per giocatori che neanche andrebbero a referto, immalinconiti, talvolta, in tribuna. Il caso-Bojinov è lampante: il bulgaro si allena ma non gioca.
La Fiorentina vuole capitalizzare il suo addio ma il giocatore guadagna molto e non tutti i suoi pretendenti sono pronti a garantirgli gli stessi soldi di Della Valle.
Ecco, allora, il senso di possibili accordi: il 60% dei compensi garantiti dal nuovo club, il resto onorato dai vecchi proprietari. E’ quello che sta proponendo Lotito a clubs spagnoli che vorrebbero Baronio e Tare: i due guadagnano oltre le possibilità dei pretendenti. Chiedono un aiuto per rilevare il contratto, magari in prestito, per uno o per due anni. Simone Inzaghi al Parma: il nocciolo dell’affare è quello. Montella e la Roma hanno già risolto in questo modo la questione: il contratto del centravanti scadrebbe tra due anni. Anche all’estero stessa prassi, l’esempio di Cassano è esemplificativo: Schuster non lo vuole nel Real, il club è stanco di versargli quattro milioni di euro all’anno senza che il giocatore incida tecnicamente.
Fiore è di proprietà del Valencia ma il club levantino, in ogni sessione di mercato, cerca acquirenti: è accaduto, lo scorso anno, col Torino e il Livorno.
Rose opulente, talvolta ingrossate solo per manie di grandezza: arriva poi il momento di asciugarle per non tramutare i (non) investimenti in bagni finanziari e in mugugni controproducenti.