SACCHI, In Italia troppo legati al risultato
Arrigo Sacchi, oggi in visita all'Albinoleffe, commenta la situazione odierna del calcio italiano: "La logica del risultato a ogni costo preclude ai giovani troppe strade". L'esempio spagnolo: "Lì applaudono anche il possesso palla..."
Questa settimana mi sono dedicato alla Serie Bwin, che per le giovanili è un campionato di livello troppo alto. Dico questo perché pochissimi giovani al di sotto dei 21 anni giocano con continuità nella squadre di questa categoria e praticamente quasi nessuno trova spazio in Serie A".
Affermazione dura ma che riassume perfettamente la situazione attuale del calcio italiano. Arrigo Sacchi, ospite oggi dell'AlbinoLeffe in veste di coordinatore tecnico delle Nazionali giovanili azzurre, prosegue poi così: "L'Italia non è un paese per giovani e ciò accade perché le società si prefiggono come unico obiettivo il conseguimento del risultato - confida ai microfoni di TuttoAlbinoLeffe.com - Il pubblico italiano desidera i risultati e li predilige al gioco, di conseguenza le società si adeguano. In Spagna accade l'esatto contrario, se vinci giocando male i tifosi non applaudono". Parole pronunciate con cognizione di causa, dato che Sacchi, oltre a rappresentare un pezzo di storia del calcio italiano, ha allenato anche l'Atletico Madrid, provando così sulla sua pelle gli applausi di un pubblico incantato dal gioco anziché dal risultato.
Mister, ci sta dicendo dunque che il modello da seguire è quello spagnolo?
"Dico che una via di mezzo tra l'ossessione per il risultato e la ricerca dell'estetica pura sarebbe ottimale per lo sviluppo del gioco. Il modello del Barcellona, oggi più che mai sotto gli occhi di tutti, è praticamente impossibile da realizzare nel nostro calcio al momento, però ci si può avvicinare molto".
Sarebbe meglio provare ad adottare un diverso modello? Magari quello dell'Ajax?
"Anche questo sarebbe impossibile. Io vengo da una piccola cittadina, eppure vedo che non c'è una casa uguale ad un'altra, perché in Italia è importante l'individualità. Imponendo un modulo fisso a tutto il settore giovanile si andrebbe contro questa nostra individualità, quindi ritengo la cosa difficile da applicare".
Cosa vuol dire oggi fare bel calcio?
"Il bel calcio è quello che dà emozioni al pubblico. In Spagna i tifosi accolgono con un boato il dato del possesso palla comunicato alla fine del primo tempo; qui da noi non si comunica nemmeno".