PROCESSO GEA, Sfileranno oltre 400 testimoni
Ad oltre un anno dall’avvio di calciopoli, approdano in un’aula di giustizia le modalità che per anni hanno caratterizzato le compravendite dei calciatori. E’ il processo, a Roma, che scaturisce dall’attività della «Gea World», la società che, prima di essere travolta dallo scandalo giudiziario, gestiva le procure sportive di numerosi calciatori.
Alla sbarra. Sotto processo, per associazione per delinquere finalizzata all’illecita concorrenza tramite minacce e violenza privata, ci sono l’ex dg della Juventus Luciano Moggi, il figlio Alessandro, già presidente della Gea, Franco Zavaglia, ex amministratore delegato, Francesco Ceravolo e Pasquale Gallo, collaboratori dei Moggi, e Davide Lippi, procuratore sportivo e figlio dell’ex ct della Nazionale. Nessuno degli imputati era presente oggi in aula davanti ai giudici della decima sezione del tribunale presieduta da Luigi Fiasconaro.
Preliminari. La prima udienza del processo è stata dedicata all’esame delle questioni preliminari. In particolare, dopo una lunga discussione incentrata sull’ammissione delle parti civili, il tribunale ha deciso di consentire la presenza nel dibattimento della Figc, dell’ex procuratore di calciatori Stefano Antonelli, attuale ad del Torino, e del procuratore Claudio Orlandini. Respinte, invece, le richieste di costituzione di parte civile del Codacons, dell’allenatore Arcadio Spinozzi (rivendica di aver subito conseguenze nella carriera a causa della Gea) e dell’ex patron del Perugia Luciano Gaucci. Secondo il tribunale i presunti danni lamentati da questi ultimi tre soggetti non sono ricollegabili alle condotte degli imputati.
Il sistema. «Un sistema perverso che danneggiava gli interessi della concorrenza».
Così il pm Luca Palamara, rappresentante dell’accusa insieme con la collega Maria Cristina Palaia, ha descritto il sistema attuato dalla Gea. «Il metodo illecito - ha aggiunto - consisteva nel prospettare ad un calciatore, con sistemi minacciosi, di giocare in una società blasonata solo se la sua procura veniva affidata alla Gea. Il club importante era la Juventus, società il cui direttore generale era Luciano Moggi, padre di Alessandro, quest’ultimo con un ruolo apicale in Gea».
Illeciti. Secondo Palamara, dunque, nell’ «acquisizione di procure da parte della Gea vennero utilizzati metodi illeciti» e tutto ciò ebbe riflessi su tutto il calcio mercato a partire dal 2001, epoca in cui le società General Atletic e Football Management si fusero in «Gea World». Il sistema introdotto - ha detto ancora Palamara - determinò «un’influenza in tutto il mondo del calcio per cui chiunque avesse intenzione di farne parte doveva avere come punto di riferimento Luciano Moggi».
Testimoni. Sono oltre 400 i testimoni dei quali, tra accusa e difesa, si chiederà l’audizione al processo sul caso Gea. Nelle liste testi predisposte dai pm e dai difensori degli imputati compaiono, praticamente, i nomi di tutto il mondo del calcio.
A cominciare dai vertici del governo, tra questi l’ex presidente Franco Carraro, a quasi tutti i responsabili delle società di serie A (Massimo Moratti, Adriano Galliani, Claudio Lotito, Rosella Sensi, Diego Della Valle) B e C, agli allenatori Zdenek Zeman, Carlo Ancelotti, Fabio Capello, Marcello Lippi, ai calciatori David Trezeguet, Pavel Nedved, Fabio Cannavaro, Alessandro Del Piero, agli ex dirigenti Ermanno Pieroni, Antonio Giraudo, Francesca Tanzi e Massimo Cragnotti.