PRIMO ALLENAMENTO, E' già febbre viola
Articolo scritto da Tommaso Loreto e Marco Conterio
Fonte: La Nazione
CASTELROTTO, sede del ritiro estivo della Fiorentina, non è poi così "lontana" rispetto a Firenze. Almeno osservando quanti hanno deciso di seguire i viola e trascorrere il week end in montagna per vedere i primi allenamenti della squadra del cuore. Alle due del pomeriggio, la zona circostante l’albergo scelto dalla Fiorentina, il «Posthotel Lamm», è già un viavai di sciarpe e bandiere gigliate. In lontananza si scorge il pullman che trasporta il gruppo di Prandelli. Il viaggio non è stato semplice e il ritardo accumulato è di circa un’ora risetto al previsto. Poco male, l'entusiasmo è quello dei tempi migliori, il grido quello di chi non aspetta altro: «Eccoli, eccoli».
STANNO SEDUTI su una fontana, addobbati di viola, come venerdì sera alla presentazione delle maglie, come l’anno scorso e gli anni prima sugli spalti del Franchi, mentre gerani e fiori di ogni sorta bianchi e viola contornano il paese. Piano piano dal pullman scendono tutti. I tifosi esplodono di gioia. C'è Jovetic che è già un idolo e si concede volentieri ai primi autografi che rallentano il suo ingresso nell’albergo. C’è Gilardino che, nascosto dietro agli occhiali da sole, ha comunque lo sguardo di chi ha una gran voglia di rivincita. C’è Dainelli che risponde con un sorriso a chi, tanti per la verità, gli chiedono di rimanere a Firenze. E poi c’è lui, il mister, Cesare Prandelli: colletto rialzato, sguardo sereno ma concentrato, il tecnico è di sicuro il personaggio che catalizza le maggiori attenzioni.
SFILANO uno dopo l’altro, ordinati, davanti ai flash, anche coloro che a prima vista non sono poi così riconoscibili. «Quello è Jefferson». «No è Gulan», dibattono i tifosi. Addirittura qualcuno scambia Diakhate con Papa Waigo. Ma poco conta, il viola sulla maglia è lo stesso per tutti. La pausa dedicata al pranzo e al primo riposo in albergo scivola via tranquilla, quasi silenziosa, prima che la festa riprenda al campo sportivo dove, puntuali, alle 17 arrivano Pantaleo Corvino e Cesare Prandelli per la conferenza stampa.
SONO almeno in cinquecento i tifosi che attendono la squadra sulle tribune del campo e persino sotto il tendone dove il diesse e il tecnico stanno parlando. Arrivano i cori della tifoseria. «Come ll’è bello Pantaleo», grida qualcuno e il sorriso che si disegna sulle labbra del mago di Vernole è tutto un programma. Anche Prandelli sorride: «Mister le voglio bene». E sorride ancora leggendo su uno striscione, appeso sulle reti dello stadio che per il resto dell'anno è dell'Ac Sciliar, «Maestro di calcio e di vita» Ma ce n’è un po’ per tutti: «Suonaci il violino». «Grande Giampaolo». «Jovetic, Jovetic». «Mara-Donadel». La Fiorentina corre, Firenze Sogna.