PRANDELLI, Le parole sul suo libro 'Il calcio fa bene'

dal nostro inviato Cosimo Lippi
03.05.2012 19:20 di  Cosimo Lippi   vedi letture
PRANDELLI, Le parole sul suo libro 'Il calcio fa bene'
FirenzeViola.it
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews

Siamo venuti all'Ospedale Meyer per incontrare Cesare Prandelli che oggi presentava il suo libro, intitolato “Il Calcio fa Bene”, biografia del ct della nazionale che nel mondo del pallone si è distinto per i suoi indiscutibili valori umani, prima ancora che per i suoi successi sportivi. La scelta di presentare il libro in anteprima nazionale all'ospedale Meyer non è casuale, infatti il libro scritto in collaborazione con Giuseppe Calabresi, si rivolge soprattutto ai giovani, e ancora di più a quelli che stanno affrontando sfide nella loro vita ben più importanti. Molte volte Cesare Prandelli ha visitato la modernissima struttura pediatrica, e oggi ancora una volta ha voluto essere presente. Presente anche Giancarlo Antognoni e i due si sono abbracciati e si sono complimentati a vicenda: “Lui è sempre la leggenda della squadra viola!” ha detto il ct.

Prima di Cesare Prandelli hanno introdotto la presentazione, Ass. DanielaScaramuccia: “Cesare Prandelli è sempre molto vicino al nostro ospedale e lo vogliamo ringraziare per questo. La sua presenza e il suo contributo sono importanti non solo per i ricavi, ma proprio per la sua attenzione, ancora una volta, per i bambini malati, che ogni giorni vivono delle sfide importantissime”.

Poi Vittorio Langiano, presidente Fondazione Meyer: “Per noi oggi è una festa, avere qui Cesare Prandelli. Non è frequente avere un mito vivente, per quello ha dato e quello che sta dando, perché è una persona ricca di valori. Lui ha scritto: “mettere la propria passione al servizio dei ragazzi”, così come facciamo noi, e per questo lo sentiamo particolarmente vicino. Lo ringraziamo per la sua amicizia.

Infine le parole di Prandelli: “dobbiamo prima di tutto ringraziare Martina che ci ha dato l'idea e ci ha incoraggiato a scrivere questo libro; noi abbiamo accettato subito. Martina ci ha fatto capire cosa dovevamo dire, usando parole di mamma, dette con il cuore, e quando c'è amore, c'è fiducia e disponibilità. Lo abbiamo fatto soprattutto per loro, per i genitori e i bambini. Noi abbiamo raccontato quello che ha fatto mia madre con me.” “Bisogna sfatare un mito, Cesare ha avuto una vita normale.”, aggiunge Calabresi. Poi ancora Prandelli: Un concetto semplice: fate divertire i vostri figli, e il primo diritto per loro è quello di poter anche sbagliare, e di creare attraverso la fantasia, poi magari qualche “no!” ci sta. Io nel libro ho raccontato quello che ho fatto con i miei figli. Se manca la fantasia nel calcio? Se chiudiamo gli occhi pensiamo all'eleganza e la fantasia dei grandi giocatori, come quella espressa da un mito vivente, qui presente con noi, Giancarlo Antognoni, noi a quelle brutte cose a cui stiamo assistendo negli ultimi tempi.

Infine Calabresi: “Voglio ringraziare Martina Donati che ha avuto l'idea di questo libro e è stata l'anima del progetto. Ma anche Belliti e Silvia Berti che ci hanno dato un formidabile contributo, e la Giunti per averlo pubblicato. È stato un viaggio fantastico per 6 mesi e per questo voglio ringraziare ovviamente anche Cesare Prandelli”.

Poi toccca ai ragazzi e ai genitori fare i giornalisti e le domande sono le loro:

Una madre: “Mio figlio ha avuto una brutta esperienza con un allenatore, ma la sua passione lo ha portato a continuare nonostante tutto.

Prandelli: “Molte volte noi allenatori ci prendiamo un po' troppo sul serio, soprattutto quando bisognerebbe farli divertire i giovani. Se questo ragazzo è riuscito ad andare avanti, allora vuol dire che ha dietro di sé una bellissima famiglia che lo sostiene moltissimo.”

Un ragazzo: “Cosa avrebbe fatto al posto di Delio Rossi ieri sera?
Prandelli: “Bravo, hai un futuro da giornalista!. Ognuno ha un modo di reagire, ci sono poi tensioni che si creano, ma per il calcio non è stato assolutamente un bel momento.

Una madre: “Esiste un codice etico nel calcio? Magari anche per i genitori?

Prandelli: "No, non proprio, ma esiste un regolamento morale, però vorrei ricordare l'episodio della partita disputata da due formazioni di bambini che smise di giocare quando 2 genitori cominciarono a menarsi sugli spalti. Quelle immagini, quel gesto dei piccoli che guardano attoniti i grandi, dovrebbero essere visti tantissime volte ed essere d'esempio."

Si vincono gli europei?” chiede un giovane tifoso.

Prandelli: “Io penso che tutti gli allenatori partano con l'idea di vincere qualcosa, di essere bravi abbastanza. Per quanto ci rigurada abbiamo la convinzione che abbiamo creato un gruppo forte, che potrà Esprimereun buon calcio e siamo convinti che possiamo fare molto bene.

Antognoni si alza e prende la parola: “Complimenti Cesrae perché nel sociale sei sempre molto presente. Domanda tecnica: alleni la nazionale ed è la maggiore aspirazione per qualsiasi allenatore, ma non ti manca il lavoro giornaliero?

Prandelli: “L'ho sempre detto: sì! Però devo dire che la qualità della mia mia vita quotidiana è migliorata moltissimo e ne parlo molto con i miei collaboratori della fortuna che abbiamo per il tempo che abbiamo in più rispetto a prima. Siamo ora determinati ad andare agli europei per far bene e a seconda dei risultati faremo poi le nostre scelte, ma per ora mi tengo la qualità della vita.

Una bambina: “Perché poche donne allenano?"

Prandelli: “Sicuramente le donne possono dare un valore aggiunto a qualsiasi cosa facciano, ma non so perché non ci sono molte donne che allenano. L'unica che mi viene a mente che lo ha fatto a grandi livelli è Carolina Morace”.

Una madre: “Come può il calcio aiutare l'integrazione dei bambini malati?

Prandelli: “Quando ero bambino organizzavamo partite all'oratorio, tutti i bambini giocavano insieme, senza distinzione e bisognerebbe sempre fare così, magari facendo anche uno sforzo in più. Sempre.

Un padre in vece di un bambino timido: “Quanto ci vorrà alla fiorentina per rimettersi in careggiata?

Prandelli, che risponde dopo una piccola pausa: “Prendo tempo per rispondere perché parlando di fiorentina mi faccio serio. Difficile parlarne, ma io penso che grazie al grande amore che Firenze ha per la propria squadra, le sorti della Fiorentina si risolleveranno presto.