PRANDELLI, Il prossimo anno obiettivo Scudetto
Uno stralcio dell'intervista di Mario Tenerani a Cesare Prandelli
Fonte: Il Giornale della Toscana
FirenzeViola.it
Cesare, è l’inizio della quarta stagione a Firenze: ci sono analogie con le tre precedenti o no?
Questa mi ricorda un po’ la prima perché abbiamo cambiato abbastanza e quando si cambia bisogna lavorare duro. I nuovi devono abituarsi al regime della squadra. Anche fuori campo si deve ricercare quello spirito giusto. Ma ci arriveremo presto.
Da quando lei allena, questa Fiorentina è la squadra più forte che abbiamai avuto?
La risposta precisa andrebbe data nel prossimo maggio... Ma sulla carta dico di sì. Vargas dimostra grandi qualità, ma forse sul piano tattico deve inserirsi ancora... Io prendo sempre un esempio: Jorgensen. È disposto a migliorare sempre. Vargas sta facendo come lui. Deve crescere, ma ha già doti notevoli: corsa, piedi, tiro, vede bene il gioco, sa crossare.
Gioca molto in avanti: non è che lei alla fine gli cambierà ruolo...?
Assolutamente no: per meresta un esterno di difesa. Ha i tempi giusti ed è bravo anche quando sta “basso“ in copertura.
Sacchi, in una recente intervista al nostro giornale, ci diceva che Felipe Melo ha una straordinaria fase difensiva, ma difetta molto ancora in quella offensiva...
Quando abbiamo rinunciato ad un giocatore bravo come Liverani, era perché volevamo prendere un centrocampista completo, che avesse le due fasi. Ma soprattutto volevamo che i tre della mediana fossero intercambiabili per evitare quello che accadeva con Liverani: essendo lui l’unica fonte di gioco gli avversari provavano a neutralizzarlo. Voglio una squadra che dia sempre pochissimi punti di riferimento.
Lei aveva parlato di una rosa ideale formata da 22 giocatori più 3 portieri. Ora sono di più: che ne pensa?
In realtà non c’è tanta differenza perché sono 23 giocatori più i 3 portieri: totale 26. Ma con Mazuch e Gulan diventano 28... Sono due giovani interessanti, ma adesso il loro campionato è quello della “Primavera“, non il nostro...
A questa Fiorentina che manca per essere squadra da scudetto?
Non molto. Il nostro obiettivo è vincere. Presto, ma non ora, lotteremo per lo scudetto: tra un anno potrebbe essere il momento giusto visto che non dovremo rivoluzionare la squadra. Ritoccando uno-due ruoli saremo a posto per il grande salto.
L’obiettivo in Champions, invece, qual è?
Stare in partita, sempre e comunque. Con grande dignità. Se dopo dieci minuti di gara mi accorgessi che non resistiamo sarebbe la fine.
Una squadra duttile nei ruoli e probabilmente anche nel modulo: ha intenzione di cambiarne molti?
No. Noi in questa prima fase estiva abbiamo provato un assetto, il 4-3-2-1 che prevedeva due trequartisti a sostegno di Gilardino, ma per adesso ci siamo accorti che non riusciamo a sorreggerlo. Però ci arriveremo a mettere in pratica quanto desideriamo perché, ad esempio, abbiamo un giocatore come Jovetic che può partire esterno per poi buttarsi “dentro il campo“ come ha fatto in passato Mutu.
Le piace parecchio il talento montenegrino, è vero?
Sì, ha doti importanti e grande tecnica. Se lo lasciamo in pace, tutti, mi riferisco anche a voi giornalisti (sorride Prandelli, ndr), senza mettergli grandi pressioni, nel giro di un paio di anni può esplodere. Ha tanta personalità.
Dopo il caso Mutu i rapporti tra lei e il diesse Corvino come sono...?
Il caso Mutu è stato chiaro: a Firenze i contratti si rispettano e la proprietà è stata bravissima. In questa storia c’entro pochissimo. Tra me e Corvino non ci sono stati cambiamenti. Il nostro è un rapporto in cui non nego ci siano discussioni, come capita in tutte le famiglie,ma resta una stima reciproca professionale.
Se lei dovesse fare una richiesta ai fratelli Della Valle, che non fosse un giocatore da comprare, che chiederebbe?
Un giubbotto personalizzato (e scoppia in una risata, ndr)... Non se la cava solo con un giubbotto... Se la nostra proprietà riuscisse a essere più presente a Firenze, squadra e società ne guadagnerebbero tantissimo. È un sogno che cullo.
Che partita sarà a Napoli?
Noi per vincere dovremo giocare veramente bene: il Napoli è un’ottima squadra. A marzo giocammo male perché eravamo nel periodo della stanchezza per i troppi impegni. Ecco, al San Paolo vorrei rivedere la Fiorentina dello scorso anno, tranne tre o quattro gare, tipo quella, in cui non fummo all’altezza.