PRANDELLI-DDV, Per qualcuno è "guerra fredda"
Clamorosa uscita di Diego Della Valle, patron viola, sulla Gazzetta dello Sport di stamani: "Ora voglio chiarezza. Nell'uovo di Pasqua i tifosi si aspettano una letterina in cui Prandelli dice che non va alla Juve. Serve concentrazione certe partite non si devono perdere".
In pratica un ultimatum bello e buono che ha la funzione di stanare Prandelli e fargli capire una volta di più che lui sta con Corvino. In un altro passaggio dell'intervista di Luca Calamai, Della Valle spiega che non c'è bisogno dell'incontro chiarificatore che da tempo sollecita Prandelli prima di prendere la decisione finale: "Non capisco di cosa dovremmo parlare. Non ci sono novità, non faremo passi indietro anche se la Fiorentina non può competere per lo scudetto fino a quando non cambia il piano industriale con la nascita della Cittadella."
Ma vediamo di capirci qualcosa di più. Questa sorprendente (ma non troppo) intervista di Della Valle chiarisce una volta per tutte che il feeling con Prandelli è morto e sepolto. Della Valle ha sposato in toto la causa dell'autofinanziamento non avendo più intenzione di investire nella Fiorentina. Almeno fino alla nascita, chissà quando, della fantomatica Cittadella. In pratica Della Valle ha trovato la soluzione per non farsi ricattare dai tifosi e tenere la Fiorentina in stand-by magari in attesa di un compratore. In queste condizioni l'abilità mercantile di Pantaleo Corvino, ottimo venditore, gli è funzionale ben più delle ambizioni di Prandelli che da sempre insiste nel dire che a questa Fiorentina basta poco per fare il definitivo salto di qualità. Ma c'è dell'altro: Della Valle, in piena sintonia anche su questo con Corvino, mal sopporta che gran parte dei meriti dei successi degli ultimi cinque anni della Fiorentina vengano attribuiti principalmente all'operato del tecnico di Orzinuovi. Se non è pura gelosia, certamente Prandelli fa ombra a Corvino e Della Valle. In più Corvino spinge da tempo per una nuova soluzione tecnica (Giampaolo?) che possa sviluppare senza contrasti gli indirizzi che emergono dal mercato e cioè il lancio dei giovani e di quei giocatori che Corvino spesso ha acquistato e che Prandelli ha tenuto in disparte. Prandelli rivendica invece da anni la possibilità di poter influire maggiormente sulle filosofie di mercato e non solo. In pratica vorrebbe avere un rapporto più diretto con Della Valle. In una parola, Corvino e Prandelli hanno strategie, cultura e metodi di lavoro completamente diversi e solo i brillanti risultati di questi anni hanno tenuto unito il sodalizio che adesso Della Valle, con l'uscita di stamani, dimostra di voler rompere una volta per tutte.
Lo scenario che si profila non appare certo incoraggiante: Prandelli, tirato per la giacchetta dal Patron, a questo punto dirà no alla Juve (ammesso che questa l'abbia mai richiesto) sopratutto per rispetto alla gente di Firenze. Dichiarerà con ogni probabilità di voler restare alla Fiorentina dove continuerà a vivere da separato in casa: Della Valle e Corvino da una parte, lui dall'altra. Nel mezzo la squadra che fra l'altro si gioca la Coppa Italia tra due settimane nella semifinale di Coppa Italia contro l'Inter e l'accesso alla Europa League da qui a a maggio.
Alla fine a rimetterci saranno i tifosi con una Fiorentina tra stand-by e guerra fredda.