Poesio: "Fiorentina, è record di dimissioni. Sicuri che i viola siano ancora appetibili?"
Ernesto Poesio ha analizzato sulle pagine del Corriere Fiorentino il momento difficile in casa Fiorentina dopo le dimissioni di ieri di Daniele Pradè:
"C’ è una classifica, poco invidiabile, in cui la Fiorentina sembra primeggiare. In un calcio in cui i passi indietro (anche per gli stipendi a cui si rinuncia) sono merce rara, il club viola rappresenta un’eccezione che dovrebbe far riflettere. La società certo, il cui modello accentrato sul proprietario appare ormai quantomeno non al passo con i tempi, ma anche una città che, dalle contestazioni ai Della Valle in via Tornabuoni fino a quelle degli ultimi mesi, pretende (spesso riuscendoci e non sempre con risultati apprezzabili) di indirizzare i destini del club. Con la rinuncia all’incarico di Daniele Pradè sono salite a quattro le dimissioni in sette anni di gestione Commisso. Un record che non può non saltare agli occhi alla luce dell’ultimo atto, forse il più complesso da gestire per il patron italoamericano che si ritrova fisicamente lontano e con una società spaesata alla vigilia di una partita che potrebbe rappresentare il capolinea anche per Stefano Pioli oltre al sigillo a un mercato, ad oggi, fallimentare. Quattro passi indietro, diversi tra loro per le motivazioni, ma molto simili nel risultato di sconquassare il fragile universo societario viola che a differenza di altre realtà emergenti (come il Bologna) non ha voluto strutturarsi e che di nuovo si ritrova davanti a scelte improvvise e obbligate dagli eventi. Prandelli, Gattuso, Palladino e ora Pradè. Un elenco di cui ha rischiato di far parte anche Italiano (da molti rimpianto come Palladino) che il secondo anno fu convinto a restare, ma al terzo scelse di andare via anche a causa di un feeling mai sbocciato con la città. Le similitudini non mancano se è vero che almeno per quanto riguarda i tempi, sulla decisione del direttore sportivo più longevo della storia viola ha pesato anche l’ennesima mattina passata a contare gli striscioni di contestazione. C’è insomma qualcosa che va al di là delle difficoltà e dei fallimenti sportivi se, da un po’ di tempo a questa parte, manca il sorriso (e la serenità) in chi prova a cimentarsi con il calcio a Firenze. Un bel guaio e una nomea che rischia ora di isolare una piazza che, dall’esterno, spesso si fa molta fatica a comprendere. Avvitata in un vortice di rancore e di rivendicazioni, siamo sicuri che Firenze e la Fiorentina siano ancora appetibili?".
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