PLUSVALENZE, La difesa di Inter e Milan
Fonte: Gazzetta dello Sport
L'inchiesta del magistrato milanese Nocerino sui bilanci delle due società in 5 domande e 5 risposte. Ecco le strategie degli avvocati di Moratti e Galliani e che cosa rischiano i due club dal punto di vista sportivo.
1 - Quali sono le accuse mosse all’Inter e al Milan dal pubblico ministero Carlo Nocerino?
Il magistrato inquirente negli atti della "chiusa inchiesta" ipotizza una serie di reati penali commessi dalle due società milanesi. Il più probabile è il "falso in bilancio". In particolare, all’Inter contesta di aver utilizzato le plusvalenze per gonfiare i bilanci in modo da non dover ripianare le perdite con l’immissione di soldi freschi. Grazie a questa cosmesi contabile, sempre secondo il pm, i nerazzurri avrebbero fornito alla Covisoc una situazione patrimoniale diversa da quella reale per l’iscrizione ai campionati 2004-2005 e 2005-2006. In particolare, secondo i calcoli di Nocerino il bilancio dell’Inter "avrebbe comportato la esposizione di un maggior patrimonio netto pari a 32.459.713,44 euro". Sotto tiro alcune operazioni di mercato importanti, come quella della compravendita incrociata degli ex laziali Corradi e Crespo che secondo il magistrato avrebbero fruttato "diritti ipervalutati per 6.699.941,80 euro". Non solo: l’Inter poi avrebbe svalutato eccessivamente il valore di alcuni giocatori come Morfeo, Semioli e lo stesso Crespo. Al Milan, invece, Nocerino contesta irregolarità nei bilanci chiusi nel 2003 e nel 2004. In altre parole la società rossonera avrebbe completamente contraffatto il valore di almeno 18 giocatori (alcuni sconosciuti tipo Varaldi o Livi, altri più noti come Donadel o Sammarco) e presentato "ai fini delle verifiche all’ammissione dei campionati 2004-2005 e 2005-2006 materiali non rispondenti al vero e l’alterazione della situazione finanziaria della società".
Il magistrato inquirente negli atti della "chiusa inchiesta" ipotizza una serie di reati penali commessi dalle due società milanesi. Il più probabile è il "falso in bilancio". In particolare, all’Inter contesta di aver utilizzato le plusvalenze per gonfiare i bilanci in modo da non dover ripianare le perdite con l’immissione di soldi freschi. Grazie a questa cosmesi contabile, sempre secondo il pm, i nerazzurri avrebbero fornito alla Covisoc una situazione patrimoniale diversa da quella reale per l’iscrizione ai campionati 2004-2005 e 2005-2006. In particolare, secondo i calcoli di Nocerino il bilancio dell’Inter "avrebbe comportato la esposizione di un maggior patrimonio netto pari a 32.459.713,44 euro". Sotto tiro alcune operazioni di mercato importanti, come quella della compravendita incrociata degli ex laziali Corradi e Crespo che secondo il magistrato avrebbero fruttato "diritti ipervalutati per 6.699.941,80 euro". Non solo: l’Inter poi avrebbe svalutato eccessivamente il valore di alcuni giocatori come Morfeo, Semioli e lo stesso Crespo. Al Milan, invece, Nocerino contesta irregolarità nei bilanci chiusi nel 2003 e nel 2004. In altre parole la società rossonera avrebbe completamente contraffatto il valore di almeno 18 giocatori (alcuni sconosciuti tipo Varaldi o Livi, altri più noti come Donadel o Sammarco) e presentato "ai fini delle verifiche all’ammissione dei campionati 2004-2005 e 2005-2006 materiali non rispondenti al vero e l’alterazione della situazione finanziaria della società".
2 - Qual è la linea difensiva di Inter e Milan?
Gli avvocati delle due società hanno tempo fino al 10 luglio per presentare delle controdeduzioni. I massimi dirigenti dei club, inoltre, potrebbero poi chiedere di essere ascoltati per spiegare al magistrato alcuni passaggi. In ogni caso sia Moratti, sia Galliani hanno ostentato ottimismo. Perché? Il reato di falso in bilancio attraverso le plusvalenze è tutto da dimostrare (e la prova è a carico degli inquirenti) nonostante le argomentazioni del pm. Non solo, altre società sono andate a processo per lo stesso motivo, e dove non è intervenuta la prescrizione ha pensato la magistratura a scagionare i club. A Lecce e a Palermo le vicende penali sono evaporate. Nella sentenza del gup Andrea Lisi di Lecce (febbraio 2006) c’è scritto che "il fatto non sussiste".
Gli avvocati delle due società hanno tempo fino al 10 luglio per presentare delle controdeduzioni. I massimi dirigenti dei club, inoltre, potrebbero poi chiedere di essere ascoltati per spiegare al magistrato alcuni passaggi. In ogni caso sia Moratti, sia Galliani hanno ostentato ottimismo. Perché? Il reato di falso in bilancio attraverso le plusvalenze è tutto da dimostrare (e la prova è a carico degli inquirenti) nonostante le argomentazioni del pm. Non solo, altre società sono andate a processo per lo stesso motivo, e dove non è intervenuta la prescrizione ha pensato la magistratura a scagionare i club. A Lecce e a Palermo le vicende penali sono evaporate. Nella sentenza del gup Andrea Lisi di Lecce (febbraio 2006) c’è scritto che "il fatto non sussiste".
3 - Come e quando è partita l’inchiesta sulle plusvalenze nelle società di calcio?
Tutto è iniziato da una maxi denuncia effettuata nel 2004 dall’allora presidente del Bologna, Giuseppe Gazzoni Frascara. Il patron degli emiliani sosteneva che nel calcio il doping più diffuso era quello amministrativo. L’anno successivo il Bologna, retrocesso in B dopo aver perso lo spareggio contro il Parma, aveva chiesto alla Figc d’essere ripescato al posto dei club con i conti alterati. Ma dalla Covisoc (l’ente sportivo di vigilanza sui bilanci) arrivò una risposta diversa. Gazzoni Frascara allora decise di abbandonare il calcio, ma intanto la sua denuncia alla giustizia ordinaria aveva fatto scattare le indagini. Per competenza territoriale le inchieste sono state divise: a Milano è rimasto il troncone che riguarda l’Inter e il Milan.
Tutto è iniziato da una maxi denuncia effettuata nel 2004 dall’allora presidente del Bologna, Giuseppe Gazzoni Frascara. Il patron degli emiliani sosteneva che nel calcio il doping più diffuso era quello amministrativo. L’anno successivo il Bologna, retrocesso in B dopo aver perso lo spareggio contro il Parma, aveva chiesto alla Figc d’essere ripescato al posto dei club con i conti alterati. Ma dalla Covisoc (l’ente sportivo di vigilanza sui bilanci) arrivò una risposta diversa. Gazzoni Frascara allora decise di abbandonare il calcio, ma intanto la sua denuncia alla giustizia ordinaria aveva fatto scattare le indagini. Per competenza territoriale le inchieste sono state divise: a Milano è rimasto il troncone che riguarda l’Inter e il Milan.
4 - Quali sono i successivi passi dell’inchiesta penale?
Il pm Nocerino, una volta valutate le controdeduzioni presentate dalle difese, tirerà le somme dell’inchiesta. In teoria potrebbe anche archiviare il tutto non ravvisando ipotesi di reato, ma dalle carte già depositate, e servite per informare della conclusione della fase istruttoria l’Inter e il Milan, è facile immaginare che il magistrato formulerà la richiesta di rinvio a giudizio (probabilmente per falso in bilancio) nei confronti del presidente dell’Inter Massimo Moratti, del vicepresidente Rinaldo Ghelfi e di Mauro Gambaro (ex manager nerazzurro). Per il Milan ci sarà un’analoga richiesta per Adriano Galliani. A quel punto spetterà al gup (giudice dell’udienza preliminare) decidere se accogliere il rinvio a giudizio e mandare tutti a processo oppure archiviare il caso.
Il pm Nocerino, una volta valutate le controdeduzioni presentate dalle difese, tirerà le somme dell’inchiesta. In teoria potrebbe anche archiviare il tutto non ravvisando ipotesi di reato, ma dalle carte già depositate, e servite per informare della conclusione della fase istruttoria l’Inter e il Milan, è facile immaginare che il magistrato formulerà la richiesta di rinvio a giudizio (probabilmente per falso in bilancio) nei confronti del presidente dell’Inter Massimo Moratti, del vicepresidente Rinaldo Ghelfi e di Mauro Gambaro (ex manager nerazzurro). Per il Milan ci sarà un’analoga richiesta per Adriano Galliani. A quel punto spetterà al gup (giudice dell’udienza preliminare) decidere se accogliere il rinvio a giudizio e mandare tutti a processo oppure archiviare il caso.
5 - Quali potrebbero essere le conseguenze sportive per Inter e Milan? Insomma, che cosa rischiano?
La giustizia sportiva per procedere dovrà chiedere gli atti alla magistratura ordinaria. Il procuratore federale, però, aspetterà quantomeno un rinvio a giudizio da parte del gup prima di aprire il fascicolo. Diamo per scontato, comunque, che anche la giustizia sportiva procederà contro Inter e Milan: le violazioni presunte si configurerebbero come illeciti amministrativi. Da regolamento l’alterazione dei bilanci, anche parziale, e dei documenti richiesti dalla Covisoc per l’iscrizione ai campionati rientra nell’articolo 7 (violazioni in materia gestionale ed economica) a cui è legato l’articolo 13 che definisce le sanzioni per le società ritenute colpevoli: si va dalla penalizzazione di uno o più punti in classifica alla retrocessione all’ultimo posto. Non solo, previsti anche l’esclusione dal campionato di competenza e la non assegnazione o revoca del titolo di Campione d’Italia. Questo sulla carta. In realtà ci sono già stati dei processi sportivi legati a degli illeciti amministrativi che fanno giurisprudenza. Il caso più recente riguarda il Genoa e il suo presidente Enrico Preziosi: la procura federale aveva richiesto una penalizzazione di 3 punti per la società da scontare nel campionato in corso (il Genoa sarebbe stato costretto a fare i playoff) per una serie di atti amministrativi ritenuti non conformi (nel calderone c’era persino il fallimento del Como). La Disciplinare, però, ha deciso soltanto di multare la società e squalificare Preziosi. Insomma, sarà difficile che la giustizia sportiva usi metri di giudizio diversi da questo.
La giustizia sportiva per procedere dovrà chiedere gli atti alla magistratura ordinaria. Il procuratore federale, però, aspetterà quantomeno un rinvio a giudizio da parte del gup prima di aprire il fascicolo. Diamo per scontato, comunque, che anche la giustizia sportiva procederà contro Inter e Milan: le violazioni presunte si configurerebbero come illeciti amministrativi. Da regolamento l’alterazione dei bilanci, anche parziale, e dei documenti richiesti dalla Covisoc per l’iscrizione ai campionati rientra nell’articolo 7 (violazioni in materia gestionale ed economica) a cui è legato l’articolo 13 che definisce le sanzioni per le società ritenute colpevoli: si va dalla penalizzazione di uno o più punti in classifica alla retrocessione all’ultimo posto. Non solo, previsti anche l’esclusione dal campionato di competenza e la non assegnazione o revoca del titolo di Campione d’Italia. Questo sulla carta. In realtà ci sono già stati dei processi sportivi legati a degli illeciti amministrativi che fanno giurisprudenza. Il caso più recente riguarda il Genoa e il suo presidente Enrico Preziosi: la procura federale aveva richiesto una penalizzazione di 3 punti per la società da scontare nel campionato in corso (il Genoa sarebbe stato costretto a fare i playoff) per una serie di atti amministrativi ritenuti non conformi (nel calderone c’era persino il fallimento del Como). La Disciplinare, però, ha deciso soltanto di multare la società e squalificare Preziosi. Insomma, sarà difficile che la giustizia sportiva usi metri di giudizio diversi da questo.