PELLE', Nel calcio italiano c'è troppa violenza
Oggi, dieci giorni dopo il suo trasferimento in Olanda e la firma su un contratto valido fino al 2012, Pellè incrocia l'Inter in amichevole. Partirà dalla panchina, ma va bene lo stesso.
Com'è stato l'impatto con la realtà olandese? «Fantastico. Sono contentissimo, è un'esperienza affascinante. Sono venuto quassù perché lavorare con un allenatore come Van Gaal è stimolante. Ma ho scoperto anche una realtà diversa. E io ero stufo del calcio italiano».
Perché? «Perché i fatti di Catania mi hanno costretto a riflettere. In Italia, c'è troppa violenza, dentro e fuori gli stadi, Vi pare normale che quando una squadra va male, si aggrediscono i calciatori?».
Quali sono le differenze del calcio olandese rispetto a quello italiano? «C'è una disciplina nordica. Il giocatore è più responsabilizzato e meno viziato. A tavola, apparecchi e sparecchi da solo. In campo, ti porti la tua bottiglietta e le tue scarpe. E se dimentichi qualcosa, peggio per te. L'allenamento in Olanda è più breve, poco più di un'ora, ma i ritmi sono pazzeschi. Non ci sono pause, non ci sono momenti morti. Quando termina la seduta, sei stremato».
Com'è Van Gaal in campo? «È esigente. Dal punto di vista tattico, è un maestro. Responsabilizza i giocatori, ma dà anche grandi soddisfazioni. È un motivatore. Quando un giocatore è convocato in nazionale, raduna la squadra e dice "ragazzi, facciamo i complimenti a Tizio e Caio perché giocheranno con la Nazionale". E quando uno in allenamento va bene, alla fine fa "ragazzi, oggi il migliore è stato lui". Uno così ti va volare".
Pellé si è trasferito in Olanda solo per Van Gaal? «No, ho lasciato l'Italia anche per un altro motivo: le offerte che avevo ricevuto non mi entusiasmavano. Il mio obiettivo era giocare in serie A e sarei andato di corsa a Reggio Calabria e Siena, dove mi volevano e avrei avuto la possibilità di giocare con continuità. Il Lecce, però, per una questione di soldi avrebbe preferito cedermi al Palermo o al Napoli, dove invece sarei partito dalla panchina».
Olanda per sempre? «Ho firmato un contratto di cinque anni e penso che per tre stagioni giocherò ad Alkmaar. Il mio obiettivo è compiere il salto di qualità con questa squadra per poi puntare ad un club di primissimo livello. Spagna, Inghilterra, Italia, purché si giochi».