PAZZINI, Operazione recupero. In attesa dei gol
Aiutare Pazzini. Ma lui ha bisogno di essere aiutato? E come? Già troppe domande in due righe, si comincia male. La verità è che nessuno sa cosa offrire a Pazzini per fargli superare quello che — a occhio — sembra uno stallo mentale che prescinde dalla fiducia accordata da Prandelli. Critici scatenati: dal modo rassegnato in cui gioca, Pazzini sembra il primo a non fidarsi di se stesso. Fans asserragliati: un giorno vi rimangerete tutto.
Bel tema, mentre Toni fa lo splendido nel Bayern, dove segnerebbe una doppietta anche vestito da testimonial dell’Octoberfest.
Aspettare Pazzini, con Osvaldo piede-caldo in agguato e Cacia in arrivo a gennaio. La Fiorentina intanto ridimensiona il caso e lo fa regredire al concetto di rodaggio temporaneo. Dice l’amministratore delegato Sandro Mencucci: «Parlo a nome della società: siamo contenti di Pazzini, si sta impegnando al massimo in tutti gli allenamenti e segue le indicazioni di Prandelli. Non è vero che è triste, un attaccante ha solo bisogno di segnare per sentirsi meglio con se stesso, ma i gol arriveranno. La scelta di puntare su di lui è più che mai confermata, vedrete che Giampaolo darà sempre di più a questa squadra».
IL PROBLEMA della Fiorentina è quello di difendere un capitale mettendolo nella condizione per rendere meglio, le difficoltà di Pazzini sono collegate anche a un impianto di gioco diverso da quello progettato in estate. Il 4-2-3-1 con due esterni veri e in buone condizioni si è materializzato solo nel secondo tempo contro la Roma; le difficoltà di Semioli e Santana hanno impedito a Prandelli di sviluppare il modulo che avrebbe dovuto esaltare le qualità di Pazzini, con Mutu trequartista e pronto allo scambio. Pazzini ha doti tecniche eccellenti, si è messo a disposizione della squadra e, forse, il suo errore è stato quello di averlo fatto rinunciando troppo a se stesso. A parte il gol segnato contro l’Empoli — una rete di rapina — il gesto tecnico che viene ricordato di più è l’assist a Groningen per Semioli.
UN ESEMPIO di altruismo che non placa la voglia viola di centravanti. Pazzini deve giocare per la squadra pensando di più alle proprie esigenze: su questo è stato chiaro anche Prandelli, che ha suggerito al giovane attaccante una rcietta: «Devi essere più egoista». Il problema è che con il passare delle partite aumenta il peso psicologico dei non-gol, una sensazione molto simile a quella provata da Gilardino. Ci vorrebbe un giovane portiere della Lazio tutte le domeniche, ma non si può chiedere troppo: Pazzini dovrà reagire, non da solo ma insieme ai compagni. Il secondo gol lo sbloccherà definitivamente: intanto è già un vantaggio avere — insieme a quella di Prandelli — anche la fiducia della società.