PALLAVICINO, Radice regalò un senso di infinito che...
L'agente Carlo Pallavicino, con un bel post sul suo profilo Facebook, ricorda così Gigi Radice, scomparso ieri all'età di 83 anni:
"Gigi, la nostra infanzia da subito, Massa Marittima, sono stati momenti, partite, speranza, illusioni. Te sei stato il primo, dopo il Barone svedese, a regalarci quel senso di infinito e oltre che oggi manca come il pane. Con te, Roggi, Guerini, Caso, Antonio, Desogol perfino Della Martira o Speggiorin abbiamo saputo sognare oltre i nostri limiti. Nessuno si è mai permesso di dare un limite ai già nostri morigerati sogni. Nessun fattore arrivato da chissà quale paesino del Salento si è mai sentito in dovere dovere di stabilire il il confine da non valicare oltre la siepe. Giocavamo da Dio. Giocavamo a sfidare il potere, Gigi con i suoi ragazzini. E non ditemi che Parlanti o Beatrice non fossero Hulshoff o Neskens perché con Gigi Radice volere significava potere. Perfino sai Baba, al secolo Picchio De Sisti dovette far spazio ad Antonio trasformando Claudietto Merlo nel Pirlo antelitteram capace di trasformare il panno del franchi in un Subbuteo Digitale stole PlayStation Viaggiavamo al doppio degli altri anche se andavamo allo stadio in bicicletta per via dell’austerity. Ma c’eravamo tutti e 60 mila. Fissi. E Gigi con i suoi occhi di ghiaccio color lago alpino ci regaló un '68 tutto viola unico e irripetibile. fantasia al potere. A giugno Cruijff avrebbe legittimato tutto ciò strabiliando il mondo a Monaco 74. Gigi e i suoi ragazzini terribili e irriverenti intanto avevamo già alzato bandiera bianca un pomeriggio di febbraio al franchi contro il Genoa in casa. Noi terzi, sbarazzini forse troppo capaci di 2-0 alla Juve e a casa ,bellissimo terzi in Classifica. L’utopia della rivoluzione al potete. Altro che Di Maio. Un istante e tutto andò in fumo. Picchio oggi siedi in panchina. Comincia il biondo. Picchio, lesa maestà ringrazia e dice no: a me non la si fa. Lascia il ritiro per il divano via Nino Bixio, due isolati dallo stadio che lo aveva reso immortale solo tre anni prima . La Fiorentina non vince. Sarebbe stato l’aggancio alla testa della classifica. Da lì tutto cambiò. Occhi di ghiaccio pare concupì Anna Ugolini una delle sei figlie del presidente Ugolini. Il girone di ritorno fu un inferno. Manco la coppa uefa fummo in grado di tenerci stretta all’ultima giornata contro la Samp. Ugolini disse basta, chiamò in fretta e furia il rassicurante Paron dall’esilio triestino post Milan. E fu così che in una notte di primavera i nostri sogni di conquista del palazzo d’Inverno rientrarono nella cuccetta di sempre"