OSVALDO, Ariatti e Zampagna elogiano il n°9 viola

Articolo di Marco Conterio
28.05.2008 11:19 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: La Nazione

“Contro il Torino Osvaldo ha fatto un gol che potrebbe passare alla storia”. Parola di Luca Ariatti, compagno dell’attaccante italo-argentino ai tempi dell’Atalanta, quando il giovane Pablo Daniel muoveva i primi passi nel Belpaese dopo un’ottima annata all’Huracan. “Un gol alla Riccardo Zampagna” ribadisce chi di quel tipo di reti se ne intende, ovvero lo stesso attaccante del Vicenza, anche lui con Osvaldo tra le fila degli orobici. “Era appena arrivato, ma si vedeva da subito che aveva grande personalità e grandi doti tecniche – ammette Ariatti, ex centrocampista viola ed ora al Lecce – da sudamericano doc”. “Le sue potenzialità, i numeri e le giocate del suo repertorio, si sono viste immediatamente. Appena è arrivato in Italia – prosegue Zampagna – capimmo subito che era pronto per sfondare”.

Grinta e personalità. Ed un carattere esuberante e pepato che i due ex compagni considerano uno dei veri e propri marchi di fabbrica di Osvaldo. “Ha solo ventidue anni ma fa rovesciate, tira i rigori a cucchiaio, esulta come Batistuta… Insomma, la sua esuberanza sinora ha portato solo ad ottimi risultati” il parere di Ariatti, a cui fa eco quello di Zampagna. “E’ il futuro del calcio italiano, se resta con i piedi per terra. E’ esuberante, è vero, ma tutti i piccoli geni sono fatti così..”

E poi viene il futuro, che per Osvaldo potrebbe avere un forte accento inglese, quello del Tottenham. “Io spero che possa restare alla Fiorentina – si augura Ariatti – perché con lei ha conquistato la Champions. E poi la Fiorentina ci punterà, ne sono certo, vista la politica dei giovani portata avanti in queste stagioni”. “Uno come lui – precisa Zampagna – non bisogna lasciarselo scappare. Sarebbe un peccato se finisse all’estero e poi non credo che la Fiorentina debba far cassa. Fosse per me, anche se a Corvino non ho da consigliare niente, visto che il suo lavoro lo sa fare molto bene, lo terrei a Firenze per valorizzarlo ancora”.