Tra un anno e un giorno, il 7 giugno 2008, Basilea ospiterà la prima partita di Euro 2008. E l'Italia non potrà mancare, come la nazionale campione del mondo di Bearzot nel 1984. Secondi a metà strada, quindi teoricamente qualificati, Cannavaro e compagni scoprono però che il sofferto 2-1 contro le Far Oer ha sparpagliato nuovi punti interrogativi sul loro futuro e su quello di Donadoni. E allora la tappa che chiude la stagione, stasera in Lituania, assume gli scomodi contorni di una chiamata decisiva per il giovane erede di Lippi.
La Lituania ci ha già giocato un brutto scherzo il 2 settembre scorso a Napoli, nella gara d'esordio delle qualificazioni, quando segnò il primo gol della sua storia all'Italia facendosi raggiungere soltanto da una prodezza di Inzaghi, tanto per cambiare. Fu la grande serata di Cassano, ma il suo effimero ritorno non bastò per evitare uno scivolone ancora più grave, pensando agli avversari, della successiva sconfitta in Francia. È vero che dopo il naufragio contro i compagni di Zidane l'Italia ha vinto quattro gare consecutive (Ucraina, Georgia, Scozia e Far Oer), ma in attesa di presentarci al bivio decisivo di settembre, quando affronteremo Francia e Ucraina, la gara di oggi riveste un'importanza fondamentale e non va affatto sottovalutata.
Nei cinque precedenti, sempre con tre punti in palio, la Lituania non ci ha mai battuto, ma in casa sua ha già messo in difficoltà la grande Italia vicecampione del mondo di Sacchi, che nel 1995 a Vilnius vinse soltanto 1-0, e soprattutto quella di Trapattoni che nel 2001 a Kaunas (con i vari Buffon, Cannavaro, Zambrotta, Del Piero e Inzaghi) non andò oltre lo 0-0, rimandando alla successiva gara contro l'Ungheria la vittoria della qualificazione al mondiale del 2002. Storicamente, con qualsiasi c.t., gli azzurri in trasferta non hanno mai seppellito di gol avversari nettamente inferiori, tanto è vero che l'ultimo 4-0, non amichevole, risale a una sfida in Lussemburgo nel 1972, con doppietta di Riva. Scordiamoci quindi di recuperare oggi la passeggiata rinviata sabato scorso nell'isola delle pecore, a maggior motivo perché la Lituania, che ha segnato un terzo dei nostri gol (4 a 11), ne ha incassato appena uno in meno rispetto a Buffon (5 a 6) e sul suo campo si è arresa (0-1) alla Francia soltanto negli ultimi minuti. Come se non bastassero i consueti problemi legati agli stimoli di chi ospita i campioni del mondo, e a un atteggiamento tattico prudente con un centrocampo ricco di corridori, il periodo non ci è tradizionalmente favorevole.
Persino l'Italia di Lippi si fece bloccare sullo 0-0 dalla modesta Norvegia, due anni fa a Oslo, perché all'inizio di giugno i giocatori sono stanchi e hanno già la testa alle vacanze. Mai come oggi, allora, i "senatori" che andranno in campo, a cominciare dallo scatenato Inzaghi, dovranno tirare il gruppo perché, come hanno sottolineato tutti, un pareggio vanificherebbe la rincorsa che ci ha portato al secondo posto, visto che con ogni probabilità saremmo scavalcati dalla Scozia, che oggi gioca nelle Far Oer, e ulteriormente distaccati dalla Francia che ospita la Georgia.
Guai, quindi, se Donadoni sbagliasse ancora la posizione degli uomini come sabato scorso, anche se le perplessità sul suo conto, che tutti negano ufficialmente ma in realtà esistono sia in federazione sia nello spogliatoio, sono legate al suo carattere, non certo alla sua serietà o alle sue capacità. Da un tecnico giovane, infatti, ci si aspettava più entusiasmo e più carica e invece Donadoni, che doveva essere un nuovo trascinatore, sembra trascinato dai giocatori, assenti o presenti. Ecco perché se l'Italia non vincerà stasera in federazione si ripenserà a Lippi, sempre più rimpianto e non soltanto per i risultati, a patto che si risolva in fretta il problema più importante per lui, perché il vecchio c.t. è un campione del mondo anche di coerenza e non tornerebbe se non si chiarisse la situazione di suo figlio. Ma nonostante l'affetto e la riconoscenza per Lippi, bisogna augurarsi che stasera si continui a vincere con Donadoni. Per il bene di tutti. Suo e della Nazionale.