MONTOLIVO, Il ritorno in A quattro mesi dopo...
Quattro mesi dopo. Oppure 119 giorni dopo. Comunque sia, si rivede Riccardo Montolivo in maglia viola e l’ultima volta è datata 18 maggio: la domenica dell’Olimpico di Torino, la partita che ha significato, ora si può dire, l’agognata conquista della Champions League. Non che da allora i compagni di squadra del centrocampista di Caravaggio abbiano giocato chissà quante volte, però è innegabile che Montolivo s’è perso tre partite mica da ridere della nuova Fiorentina: il doppio confronto dei preliminari con lo Slavia e la prima in campionato con la Juventus. Tre assenze che hanno avuto come unico denominatore la partecipazione di Riccardo ai Giochi olimpici di Perchino. La concomitanza tra le gare dell’Under e la sfida con i biancorossi di Praga è stato il motivo per il quale Prandelli non ha inserito Montolivo nell’elenco dei calciatori gigliati consegnato all’Uefa, anche se poi la formazione di Casiraghi ha fatto rientro in anticipo sui tempi previsti. Solo che l’interno lombardo s’è portato dalla Cina un guaio (lesione di primo grado all’ileopsoas, che è muscolo posto tra anca e femore) che l’ha costretto a rimanere ai box pure nelle due settimane successive allo sbarco in Italia. “Forse ho sottovalutato il dolore che avevo già accusato nelle gare precedenti”, ha detto con apprezzabile onestà”.
Ormai è andata così ed è probabile che Montolivo non sarebbe sceso in campo con la Juventus nemmeno se fosse stato in buone condizioni fisiche. Perché c’era un altro ostacolo a frenarlo: la preparazione deficitaria.
La somma delle due cose ha quindi prodotto lo stop al debutto e quei giorni ai margini insieme a questi recenti hanno permesso a Montolivo di rimettersi in pari: alle corte, domani al San Paolo ci sarà. Lì al suo posto, centrocampista universale che ormai sa abbinare la naturale attrazione per la fase offensiva alla necessaria copertura da mediano vero, grazie ad un dinamismo e ad una corsa non comuni. Le qualità che, oltre ai progressi sotto il profilo tattico, gli hanno permesso di diventare uno degli interpreti più completi del panorama nazionale. Lo dice il fatto, tra le altre cose, che Lippi avesse pensato a lui per la Nazionale senza l’infortunio di mezzo. Ci tornerà in azzurro, Riccardo. Intanto, conta di ripetersi nella Fiorentina. La squadra viola l’ha aiutato a crescere: primo anno ad imparare (20 presenze e 2 gol), secondo (36/2) a mettere in pratica gli insegnamenti con risultati alterni ma discreti nel complesso, terzo (34/2 in A e 11/1 in Uefa) di buonissimo spessore quale compendio di tutto quello che c’era stato in precedenza. E ora la Fiorentina sa che su Montolivo ci può contare. Sempre.