MONTELLA, Vento nuovo sulla serie A
Il nuovo fronte del calcio italiano. Aria fresca, sul pallone tricolore, perché se partono i campioni serve la mano del tecnico. Spuntano novità, sorprese, talvolta inattese, altre sono conferme di belle premesse. Ciro Ferrara e Vincenzo Montella: nuovo che avanza, dalla Campania con furore. Il primo è alla seconda su una panchina di un club, dopo l'esperienza con l'Under 21. E dire che la Sampdoria cercava Rafa Benitez, frenata però dalla richiesta da un budget sul mercato di 30 milioni di euro. La scelta è ricaduta dunque sulla freschezza e sull'entusiasmo di Ferrara, teorico del 4-3-3 tutto rapidità e ripartenze. Sconfitto il Milan, fermata la Roma: due fotografie deliziose per raccontare una Sampdoria ancora imbattuta. Undici punti sul campo, dieci al netto della penalizzazione, terza piazza alle spalle di Juventus e Napoli. Il presidente Garrone continua a soffiare che "questa squadra deve guardarsi alle spalle", ma questi sono punti preziosi per la cascina chiamata salvezza.
Squadra gregaria, tosta e compatta, Obiang è il gioiello che avanza, Poli la conferma made in Italy, Estigarribia e Eder i due supporti perfetti per Maxi Lopez e Pozzi. Poi Montella. Anche lui campano doc, sbocciato a Roma, emerso a Catania, in poche settimane è esploso a Firenze. Un gioco spumeggiante, frizzante, un piccolo Barcellona d'Italia, col suo rintoccare di passaggi fluido e costante. Ha saputo motivare Jovetic, rilanciare Pizarro, lanciare Roncaglia, far consacrare anche in Italia Borja Valero. Manca una punta, è vero, ma più un Quagliarella che altro: il gioco è un movimento uniforme, guai a pensar d'avere la boa statica, a meno di averne la necessità per alcune fasi di gioco. Per questo è stato scelto Toni, per questo Ljajic ed El Hamdaoui sono rimasti. Le lodi, intanto, arrivano ad entrambi da ogni parte d'Italia: dalla Campania con furore. E' l'anno di Ciro Ferrara e di Vincenzo Montella.