MOGGI, L'unica verità su Calciopoli
L'editoriale di TMW oggi è scritto da Luciano Moggi
Da cosa posso partire? Lo sapete, è inevitabile. Lo scandalo del 2006 che prosegue, e si ingigantisce ad ogni decisione della giustizia sportiva. Me lo aspettavo, era evidente che al primo grado di giudizio sarebbe finita così, e per questo ho già predisposto l'appello al secondo, e qualora fosse necessario anche alla corte d'Appello del Coni. Non smetterò di lottare. Palazzi ha preso per oro colato 21 telefonate dell'investigatore Auricchio. E' evidente, ed a questo punto la sentenza era già scritta, tenendo fede a quanto deciso 5 anni orsono e non pensando a quanto detto dall'Alta Corte del Coni. Questo significa non rendere conto ciò che è emerso dall'istruttoria del processo di Napoli.
Non farò la guerra a nessuno, ma non tollero che venga fatta a me. Il problema vero è che i comportamenti devono essere equiparati da ambo le parti. Cercherò di fare tutto il possibile per dimostrare quello che sostanzialmente è la verità. Una verità che non arriva dai tabellini di un quotidiano sportivo (avete capito bene), ma che aderisce a come i fatti si sono svolti, non solo da parte mia, ma di tutte le società dell'epoca.
Dal Chievo al Parma, senza parlare di Inter e Milan. Per intenderci, non ho mai avuto i comportamenti di Facchetti che, prima della partita col Milan, ha chiesto due direttori di gara preclusi: De Sanctis, che aveva arbitrato la partita precedente della Juventus, e Rosetti, che era di Torino. Questo la Juventus non l'ha fatto.
Nel momento in cui si parla di Collina non si teneva conto che, intanto aveva lo sponsor del Milan, e lo dico non certo per volermi scagliare contro chicchessia, ma solo e soltanto per tutelare me e la mia immagine: la mia unica colpa è stata quella di avere costruito una squadra più forte delle altre, e che vinceva e avrebbe continuato a farlo per chissà quanto tempo ancora.
Non ho fatto nemmeno come Meani, che alla vigilia di un Milan-Juventus che avrebbe deciso il campionato, con in ballo il nostro ricorso contro le tre giornate di squalifica di Ibrahimovic, chiamava Bergamo sincerandosi del fatto che lo svedese non sarebbe stato in campo a San Siro, cosa poi puntualmente avvenuta. Però il mostro sono io, anche se a Napoli si sta dimostrando l'esatto contrario.
Torniamo al calcio, a quello che sarà, che poi è esattamente quello che era prima. Non mi riferisco allo scandalo scommesse, non ho elementi per giudicare oltre; quanto piuttosto all'argomento della settimana: l'Inter ed il caos che regna sovrano. Non dissi a caso, tempo fa, che Guardiola sarebbe stato il nuovo tecnico dell'Inter. Fu un giocatore dei nerazzurri a comunicarmelo, aggiungendo che Moratti stesso vedeva Leonardo come direttore sportivo e non certo come allenatore. Lo spagnolo poi tornò sui suoi passi, riconciliando i suoi rapporti con il Barcellona, ed il bubbone è esploso in tutto il suo fragore. Qualcuno si stupisce perchè all'epoca non riuscivano a vincere? Il tempo è galantuomo, e sta dando tutte le dimostrazioni del caso. Solo Mourinho è riuscito a tenere a freno Moratti e la sua smania di protagonismo,peraltro dannoso. Ora si naviga a vista, proprio come ai tempi nei quali la vittoria era solo un miraggio. Il mio consiglio per la panchina è Gasperini, tecnico emergente e capace. Vedremo come andrà a finire.