MILAN, Galliani a 360° sul mercato rossonero
L'Amministratore Delegato del Milan, Adriano Galliani, ha concesso un'intervista a "La Gazzetta dello Sport". Di seguito le dichiarazioni:
Relativamente alla vicenda Suazo: "Ne ho parlato con il presidente Berlusconi e lui ha condiviso in pieno la scelta di non fare giochi al rialzo in questa storia. C'era il concreto rischio di un pasticciaccio e né il Milan né l'Inter meritavano di uscirne danneggiate. Anche Carlo Ancelotti ha capito. Suazo piaceva a tutti noi. Ma la vita continua. Ho sentito più volte Massimo Moratti in questi giorni. E sin dal primo momento mi ha fatto piacere che in casa nerazzurra nessuno abbia pensato male del nostro operato. Il Milan era in buona fede ed ha preso atto della scelta del giocatore senza code antipatiche".
"Il calcio italiano è sin troppo chiacchierato, non aveva bisogno di una nuova bega. Lo dico da consigliere federale e da componente del comitato di presidenza Figc. Senza dimenticare i cinque anni da presidente di Lega. Nella mia scelta su Suazo ha pesato il senso di responsabilità. Immaginate un ricorso alla Fifa con i campioni d'Italia contrapposti a quelli d'Europa? No, grazie. Meglio ritirarsi e guardare avanti".
Perché il Milan è entrato in questa storia? "Perché quando lunedì sera sono andato a cena con il vice-presidente di Lega Massimo Cellino, ho appreso da lui che era saltata la trattativa con i nerazzurri. E ho fatto un accordo con il club sardo in attesa che rientrasse l'agente di Suazo per completare l'opera. Ma senza fare pressioni sul giocatore".
Che idea si è fatto di Suazo? "Ho parlato con il ragazzo nella tarda serata di venerdì. Mi ha comunicato i motivi della sua scelta e non è affatto vero che ha detto no al Milan. Semmai non ha voluto fare il voltafaccia con l'Inter dopo aver sostenuto le visite mediche. E su questo non ho nulla da rimproverargli".
"Ai tifosi dico quel che ho già ricordato al presidente Berlusconi. Quando nel 1986 avevamo preso Vialli lui ci disse di no. Non ci perdemmo d'animo e andammo a prendere Van Basten. Forse con Vialli avremmo vinto di più ma con Marco...".
Sulle mosse future: "Ci metteremo al lavoro per cercare un attaccante. Il mercato è lungo, ci muoveremo con calma. Ma è chiaro che per il nuovo acquisto sarà sacrificato esclusivamente Oliveira".
Il Milan tornerà alla carica per Eto'o? "Al momento è incedibile e lui dice di voler restare al Barcellona. Eto'o è in cima alla nostra lista, non l'ho mai nascosto".
Anche se si dice che Eto'o chieda 8 milioni di euro d'ingaggio. Due più di Kakà? "Non faccio cifre. Ma il problema degli ingaggi e della sperequazione con il regime fiscale spagnolo torna sempre. Lo abbiamo toccato con mano anche con Henry. Leonardo aveva lavorato molto sul francese. Non avremmo avuto difficoltà a dare 24 milioni all'Arsenal ma quei 10 milioni netti d'ingaggio al giocatore per noi non erano sostenibili. Per essere chiari. Al lordo al Barcellona il contratto di Henry non costa neanche 15 milioni. A noi 20.
Attualmente gli ingaggi in Italia arrivano al massimo a 6,5 milioni di euro. All'estero questo tetto è stato da tempo superato: "Purtroppo è questa la realtà, dobbiamo farcene una ragione. Anni addietro l'Ajax, la Stella Rossa e la Steaua Bucarest lottavano per la Champions League. Ora sono sparite perché non possono fronteggiare certi costi. Vorrà dire che faremo la stessa fine. E non è finita qui. All'orizzonte c'è un provvedimento del Governo che toglierà le risorse alle grandi per destinarle alle piccole. Avremo un campionato più equilibrato. Ma in Europa il declino sarà fatale".
Il Milan non potrebbe acquistare un talento italiano? "Quando ero al Monza ero il primo a puntare sui giovani, ma il Milan ha altre esigenze. Su questo posso essere chiaro. Dal nostro screening è già emersa una conclusione. Il rinforzo per l'attacco lo cercheremo all'estero. Non faccio nomi. Sino a fine agosto c'è tempo e ce lo prenderemo tutto per fare la scelta più giusta".