MALAGÒ, Stupito non siano state fermate le Coppe

12.03.2020 21:53 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
MALAGÒ, Stupito non siano state fermate le Coppe
FirenzeViola.it
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

“Buon senso e responsabilità, fin da subito, ci hanno indicato la via. Altro non si sarebbe potuto fare che fermarsi”. Così, il presidente del CONI, Giovanni Malagò, ha parlato ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com della scelta di stoppare le manifestazioni sportive, auspicando per quanto possibile che anche gli altri Paesi possano uniformarsi a ciò: “Giusto poco fa ero al telefono con Dorotea Wierer, la quale mi poneva il seguente problema: le sono rimaste due gare, quella della settimana prossima a Oslo, giustamente annullata, e quella di questo fine settimana in Finlandia, che è stata confermata seppur a porte chiuse. Mi chiedo: come si può spiegare tutto questo alla gente? Il problema non sono le porte chiuse, bensì la tutela della salute degli atleti. Ci dicono che non dobbiamo avere contatti e poi li lasciamo gareggiare? E se uno di loro avesse un problema? La risposta a questi interrogativi è e dovrebbe essere dettata soltanto dal buon senso. Noi, di concerto con le istituzioni, siamo arrivati ad una conclusione che era nell’ordine delle cose. In questo momento così delicato lo sport ha l’obbligo, il dovere di fermarsi. Poi in molti, a livello internazionale, ci hanno seguito, altri invece hanno adottato strategie differenti. Non possiamo imporre, ovviamente, regole agli organi sovranazionali, ma la situazione – e non solo in Italia – è talmente grave che, crediamo, per quanto è di nostra competenza, non si possa fare a meno di fermare tutto. Posso dire che sono rimasto stupito del fatto che non si sia ancora deciso di fermare le varie Coppe. Capisco che ci siano degli interessi, economici e sociali, ma la salute è un bene primario e deve essere messo al primo posto”.

Il prossimo 23 marzo, intanto, ci sarà un nuovo Consiglio Federale nel quale si deciderà anche il destino del campionato di Serie A. Qual è il suo auspicio? “Che tutti i presidenti dei club, verso i quali peraltro nutro grande stima, ragionino in termini generali e non personalistici. Serve la massima unità per uscire da questa situazione”.