MAGIE E RINASCITE, PINTURICCHIO adora il colore viola
Quando è nato Del Piero? «9 novembre 1974». Bravi, complimenti, ma era troppo facile, bastava guardare l'almanacco. Risposta giusta ma incompleta. In effetti Ale nasce quel giorno a Conegliano, visto che a San Vendemiano l'ospedale non c'era, per la gioia di mamma Bruna e di papà Gino. Ma per la gioia di tutte le mamme e papà (nonché figli e parenti di ogni grado) che tifano Ju- v e , Ale nasce circa vent'anni dopo. E' il 4 dicembre 1994, la Fiorentina sta facendo un mazzo tanto alla Juve, proprio a Torino.
Uno 0-2 che lascia ammutoliti. Poi si scatena l'Uomo, cioè Luca Vialli, ed è 2-2. Beh, il resto ve lo ricordate: quella spaccata volante di destro di Ale e palla in rete, per un 3-2 che resterà negli occhi e nella mente.
BOCIA Da quel giorno di 13 anni fa, il Bocia entra nella lunga e spesso acre storia di Juve e Fiorentina. Fatta eccezione per il Parma, la Viola è la squadra che Ale ha punito (Totti avrebbe detto «purgato») di più, in carriera. Undici gol complessivi, di cui ben 9 decisivi. Quando vede quelle maglie, il piede di Ale diventa un rasoio. Taglia e fa male. L'elenco delle volte in cui ha colpito è lungo. Le date rischiano di diventare una ballata gioiosa per i bianconeri, una via crucis per i viola. 19 settembre '95, ad esempio: 1-0, e segna lui. O il 23 febbraio '97, ancora lui ed è 1-1. E via (ricordando pure una tripletta esagerata in coppa Italia) fino all'ultimo scontro, 9 aprile 2006, 1-1 e sempre Ale nel tabellino marcatori.
CAPELLO Restiamo un attimo su quella partita. Perché fu particolare.
Ale era reduce da momenti amarissimi. Feeling con Capello pari a zero, problema muscolare che gli aveva fatto saltare Arsenal-Juve, ultima partita di Champions della Juve, ad oggi. A Firenze risorse per l'ennesima volta, con quel gol prezioso e importante. Ecco, Firenze, il Franchi, potrebbero, questo pomeriggio, diventare lo scenario di un'altra risurrezione. Non giriamoci troppo attorno: sono giorni duri, per Ale. Soprattutto dal punto di vista morale. Il contratto che non si sblocca. L'idea che sia solo questione di soldi, mentre non è così. Del Piero sta vivendo sulla sua pelle cose che ha visto da spettatore: Baggio? Arrivederci e grazie... Vialli? Vada pure in Inghilterra... Ravanelli? Ci davano tanti soldi...
RICONOSCENZA Ecco, Del Piero ha sempre pensato che con lui non ci sarebbero state frasi simili. Lui era ed è Del Piero. Solo che la Juve è sempre la Juve, purtroppo per lui... In tanti lo danno per cotto, alla frutta, no, al caffè, macché, all'amaro. Finito, da rottamare. Ecco, lui ha cominciato ad essere Del Piero con la Fiorentina ed è tornato ad essere Del Piero a Firenze. Un avversario storico per la Juve che, per lui, è diventato, e non una volta soltanto, un portafortuna, un tronco d'albero cui aggrapparsi quando il mare della vita va in burrasca. Oggi Ale chiede a Firenze il passaporto per l'ennesima rinascita. Per far capire che, se Sanremo è Sanremo, anche lui è Del Piero e vuole continuare ad esserlo. Con qualche anno e acciacco in più: ma col piede che quando vede viola, taglia.