LUCARELLI, L'addio a Livorno: "Non è un tradimento"
Quattro milioni di euro a stagione per tre anni, questo l'ingaggio che lo Shakhtar Donetsk riconoscerà a Cristiano Lucarelli, ex capitano del Livorno e simbolo di una città che lo ha amato e lo ama ancora, anche se qualcuno si sente tradito dalla scelta del bomber amaranto. Eppure lui, parte di quella barca di soldi che porterà a casa li investirà per la sua città: ben presto nascerà una cooperativa al porto di Livorno con i soldi di Lucarelli, che ha in cantiere anche un'iniziativa editoriale (un quotidiano livornese, ndr). Per spiegare le sue ragioni, per cercare di far capire alla sua città cosa lo ha spinto ad andar via, Lucarelli ha convocato una conferenza stampa.
PAROLA DI CRISTIANO - "Vado via, ma non ho messo la pistola alla testa di nessuno - ha dichiarato il bomber livornese -, lo Shakhtar mi ha acquistato per una cifra inferiore alla clausola di rescissione. Vuol dire che anche la società, giustamente, ha fatto le sue valutazioni, avrà pensato che per un giocatore che va per i 32 anni, 8 milioni fossero una cifra importante. Condivido in pieno questa scelta, sono arrivato 4 anni fa a Livorno per un miliardo delle vecchie lire, adesso vado via portandone al club ben 16". Lucarelli non nasconde che l'offerta economica del club ucraino è stata fondamentale per la sua scelta. "Se per una volta ho accettato l'offerta di un'altra società - ha dichiarato l'ex capitano amaranto -, ci saranno stati anche altri motivi, oltre a quello economico. Non nego che i soldi sono stati la ragione principale del mio addio, perchè mi permettono di realizzare il mio sogno, ovvero quello di dare e creare del lavoro alla mia gente, di avere degli operai, non per sfruttarli ma per cercare di farli stare bene. Se poi qualcuno pensa che da parte mia ci sia un tradimento, una mancanza di rispetto, chiedo scusa, ma sia chiaro che non voglio comprare nessuno con questa conferenza stampa. Voglio solo salutare la gente che in questi anni mi ha voluto bene e alla quale ho dato tutto me stesso. Non ho lesinato una goccia di sudore per la maglia amaranto, ci sono stati momenti in cui il Livorno è stato davanti anche alla mia famiglia. Oggi non finisce il mio rapporto d'amore con il Livorno, oggi per me si rafforza".