LUCA TONI, Cala il sipario sulla sua favola
La prima scena si svolge a Firenze. Duomo, Palazzo Vecchio, Ponte Vecchio ed Artemio Franchi. I monumenti a cui la culla del Rinascimento è più legata per i motivi più disparati, fanno da cornice allo spettacolo chiamato “Fiorentina”. Primo attore, Luca Toni. Sconfigge molti nemici il primo anno; col suo fendente, con l’elmo, o come può, sfodera colpi che atterrano e sfiniscono anche il più prode degli avversari. Poi i cattivi, quelli veri. Vengono dal “Palazzo”, così si diceva. Il protagonista, come è duopo sia, è titubante. Resto a difendere la mia bella Viola, o cerco la tranquillità in altri lidi? Stretti i denti, da vero galantuomo, basta una stretta di mano con Don Diego per convincerlo. La sua bella doveva essere salvata e poi, magari, portata laddove nessun menagramo avrebbe mai immaginato. Altri condottieri decidono di sposare la causa. Adrian, Sebastien, Alessandro e molti altri, ammaliati dalla voce e dal colore della Viola, tirano fuori le armi e, a forza di colpi di sciabola e talvolta di fioretto, coronano i sogni della bella fanciulla.
Secondo atto. Nella città tutti amano ed acclamano il prode Toni. Si era guadagnato anche la scarpa d’Oro, un riconoscimento dato solo al Migliore. Roba da far invidia a molti… Lui, poco tempo prima aveva rifiutato offerte che lo avrebbero ricoperto d’oro. C’era la fanciulla di cui sopra da salvare e Toni non poteva esimersi dal farlo. Si ricordava però anche della stretta di mano con Messer Diego. Un uomo di parola, in effetti. Il patto era questo. “Difendila e poi ti lascerò libero di volare”. Cosi è stato e così sarà infatti. Toni, portata a termine la missione, decide di andare altrove. Ci sono altre belle donne da salvare, con persone disposte a coprirlo di oro purché tiri fuori nuovamente il suo fendente, come ha fatto con la bella Viola.
Però… Se non tutte le ciambelle riescono col buco, neanche tutte le favole sembrano avere un lieto fine. Achille aveva il suo tallone. Toni la sua caviglia. Punti deboli, che hanno costretto il primo ad arrendersi, il secondo prima a stringere i denti, poi a fermarsi, poi ad alzare bandiera bianca. Andrà sotto i ferri, Toni, con la Viola già salva nelle braccia d’Europa e con quelle delle altre donne un po’ meno protese verso di lui. La teutonica Bayern, l’albionica Chelsea e la catalana Barça se non fanno un passo indietro, non lo fanno certo avanti. Un cavaliere, seppur forte, come lui, ha sempre 30 anni e per poco tempo ancora terrà botta. Molti i dobloni, certo, che tanti sarebbero disposti ad offrire a lui e a chi con lui ha da due anni stretto un patto. Un po’ meno, forse, ora che il prode Toni si opererà con quasi tutta certezza.
In ogni caso, entro domenica, forse oggi, calerà comunque il sipario. La favola chiamata “Fiorentina” proseguirà, ma stavolta con nuovi protagonisti. Toni lo è stato per due anni, si è adoprato in qualsiasi modo pur di portare a termine la sua missione. Sorrisi, grida, urla e sofferenza. Don Diego e Messer Andrea lo sanno bene e di questo gli sono grati. Oggi ci sarà l’incontro, forse l’ultimo, forse quello che segnerà il destino di Toni. Firenze applaude. Lo fa da due stagioni, ormai, con il suo paladino principe. Non deve certo smettere ora, che questi sfrutterà l’ultimo grande treno, l’occasione della vita. Quella del lieto fine.