LIEDHOLM, Quattro mister ricordano il Barone
Il `Barone` se n`e` andato da poco. Il ricordo della sua personalita` durera` a lungo, soprattutto se a portarne avanti la memoria saranno i suoi `colleghi`. Datasport ha raccolto i pensieri illustri di due commissari tecnici azzurri come Azeglio Vicini e Arrigo Sacchi, oltre a due che lo hanno seguito sulle panchine di Milan (Alberto Zaccheroni) e Roma (Carlo Mazzone). `Era una persona perbene, di grande garbo, con una classe immensa dentro e fuori dal campo`. Sono parole di Azeglio Vicini, un uomo che a rappresentare gli allenatori, e la loro classe, e` stato chiamato in quanto presidente dell`associazione che li tiene assieme. E non a caso l`ex ct pone l`indice verso una questione non da poco di questi tempi: `Liedholm passera` alla storia perche` e` sempre stato al di sopra di ogni polemica. Era un personaggio integerrimo`. Come Vicini la pensa Arrigo Sacchi, con la voce rotta dall`emozione: `Non riesco a dire molto. Ha lasciato un grande insegnamento per stile e modo di intendere il calcio. Il nostro mondo perde tanto, troppo. E non riesco a dire di piu` di lui`.
Di parole ne ha eccome Carlo Mazzone, uno di quelli che piu` gli era stato vicino nell`ultimo periodo passato dallo svedese nel mondo del calcio: `Quando io allenavo la Roma lui era l`uomo di fiducia del presidente Franco Sensi. Era fondamentale. Quando si perdeva veniva sempre da me con un sorriso e sdrammatizzava con una battuta. Carletto, vinceremo la prossima, mi diceva. L`ho incontrato spesso nell`Hotel dei Sensi, e mi ha sempre colpito per la sua tranquillita``. Calma e passione al tempo stesso per l`uomo che ha unito le due capitali d`Italia. Caratteristiche che Alberto Zaccheroni ha cercato di imitare, anche lui allenatore meneghino (con Milan e Inter) e capitolino (Lazio): `Io non l`ho conosciuto direttamente per ovvi motivi. L`ho incrociato solo qualche volta fuori dai campi perche` quando sono arrivato in Serie A io lui aveva appena smesso. Ma quando sono arrivato al Milan molti mi hanno parlato di lui. Della sua classe, del suo modo di saper rimanere mantenere la calma in ogni situazione. Magari si riuscisse sempre ad essere come era lui`.
E lui era un unico, come ricorda Mazzone: `Era un grande atleta e un grande uomo. Ma soprattutto un grande uomo`. Parole che bastano per descriverlo. Anche nelle sue `mancanze` storiche. Vicini sorride quando ricorda un episodio da annali: `E` passato alla storia quella volta che, dopo tanti anni, a San Siro sbaglio` un passaggio. E il pubblico fece un boato di stupore`. Sorriso che ritorna a Zaccheroni: `Mi hanno parlato della sua superstizione a Milanello. Dell`ossessione per il numero cinque...` E poi c`era la tattica. Su cui si sofferma Zaccheroni: `E` stato uno dei primi a fare la zona. Anche se in un modo molto atipico, perche` utilizzava quasi due liberi`. Un calcio molto spettacolare, ricorda Mazzone: `E` stato il primo a proporre un calcio di quel tipo in Italia. Giocava con Pruzzo, Falcao, Conti e Graziani. Ma ebbe anche la straordinaria intuizione di arretrare il compianto Di Bartolomei libero`.