KRAUSZ, Tutto sul passaggio di Baggio alla Juve
Nasce a Caldogno il 18 febbraio 1967 e da lì a poco diventa uno dei calciatori più forti della storia. Roberto Baggio, ex fantasista cresciuto al Vicenza dove viene adocchiato da Antonio Caliendo e Barend Krausz che ne prendono la procura e lo portano alla Fiorentina, oggi compie gli anni. Oggi giorno del suo quarantatreesimo compleanno, proprio con Krausz, scopritore di tanti talenti, Tuttomercatoweb ha voluto ripercorrere ogni tappa della carriera del fantasista di Caldogno.
Barend, come hai scoperto Roberto Baggio?
"In realtà si è scoperto da solo. Era un giocatore di cui parlavano molto perché si affacciava dalla primavera del Vicenza dove andarono a vederlo in tanti, anche se l'unica squadra che decise di puntare su di lui fu la Fiorentina che nonostante l'infortunio e l'operazione mantenne le promesse con il club vicentino. Cominciai a lavorare con Caliendo in quei giorni. Infortunato o no, si capiva che aveva qualcosa di diverso rispetto agli altri. Baggio è un personaggio che affascina le persone, non solo sul campo ma anche e soprattutto fuori. Questo ragazzo aveva dovuto interrompere gli studi perché giocava a calcio e aveva tanti impegni, ma ha avuto il desiderio di migliorarsi e si è diplomato, oggi è una persona che parla correttamente l'italiano e si esprime bene. Non è un caso che si sia dedicato ad una religione che poi è una filosofia e quindi implica letture. E' una persona ammirabile da ogni punto di vista".
C'è un aneddoto che ti viene in mente, così, di getto?
"Aneddoti e storie, essendo stato sette anni con lui ce ne sono tanti. La storia che non è mai stata scritta di cui hanno parlato tutti in merito al trasferimento alla Juventus è che la notte famosa prima di firmare il contratto con la società bianconera, sembrava che in quella camera d'albergo a Roma ci fossero tante persone, perché hanno parlato tutti del giorno della firma e tante cose, invece la firma sul contratto la mise il giorno dopo la partita contro la Juventus ad Avellino e la sera in casa sua, a Caldogno, non c'era nessuna allegria. Era vero che non sarebbe andato volentieri alla Juventus, tant'è che ci fu l'episodio della sciarpa che volevano mettergli a Modena e lui rifiutò, così il primo giorno di allenamento i tifosi lo infamarono, in particolare uno con il quale avemmo un diverbio. Potrei raccontare tanti aneddoti, anche di partite che ha giocato in condizioni fisiche disastrose come quella che giocò contro la Roma, passò tutta la notte a farsi massaggiare da un massaggiatore non ufficiale che però sapeva tutto della Fiorentina".
E' vero che fu scartato da alcune squadre?
"Lo scartarono molte squadre che lo andarono a vedere. In quell'epoca c'erano Torino, Fiorentina, Sampdoria. Ricordo che ci fu una partita che andammo a vedere e in cui giocò molto male e praticamente fu scartato da tutti, addirittura anche la Fiorentina ebbe un momento di dubbio. In realtà questo ragazzo giocava troppo e aveva una massa muscolare che i tendini non riuscivano a sopportare, tanto è vero che dopo l'operazione che fece in Francia, tutte le sere, per un anno e mezzo, stava un'ora o un'ora e mezzo appeso in testa giù per stirare bene i tendini, perché dovevano supportare una massa muscolare che per l'età non riuscivano a sopportare. Nel periodo della Fiorentina ho vissuto in casa con lui per molto tempo e per sette, otto volte, aveva deciso di smettere di giocare a calcio. Non riusciva a guarire. Nella mia mente è rimasto un episodio: sbagliò due rigori perché non aveva la forza di arrivare in porta, pensava che non sarebbe mai riuscito a guarire perché aveva il ginocchio che si gonfiava continuamente. Ha avuto una forza di volontà incredibile. Il calcio non è solo soldi e soddisfazioni, a volte c'è tanto sacrificio e la vita e la storia di Roberto Baggio, dalla Fiorentina al Brescia è stato un continuo miracolo di recuperi e ore sottratte alla famiglia. Ora ha smesso di vedere calcio perchè deve recuperare almeno dieci o quindici anni che ha dedicato al sacrificio".
La religione è uno dei motivi per cui ha cambiato procuratore?
"C'è anche molto di questo, adesso è circondato dai suoi amici di fede e giustamente frequenta queste persone. Caliendo è bravo ma non è buddista (sorride,ndr). Nessuno di noi, che viveva con lui, né io e né Eugenio Ascari siamo buddisti. Ma non c'è niente di male, finché una persona fa delle cose fatte per bene, che lo faccia da buddista, cattolico o ebreo non cambia nulla".
Quando lo hai conosciuto era già appassionato di caccia?
"E' una passione che aveva fin da giovane, tutti in famiglia, il suocero e il padre erano appassionati di caccia. Caccia di anatre".
Il tuo messaggio di auguri a Baggio, attraverso Tuttomercatoweb?
"Mi auguro che Roberto continui ad essere quello che è. Si è disintossicato dal calcio, si interessa ad altro e si dedica alla famiglia".
Quanto manca Roberto Baggio in questo calcio?
"Tanto. Certo che manca, ma in un calcio come lui, un calcio veramente pulito. Il calcio oggi è intossicato, c'è gente troppo smaniosa, tutto gira attorno ai soldi. Roberto interpretava il calcio come un gioco e come la voglia di divertire il pubblico. Erano simpaticissimi i commenti post-partita, sembrava che commentasse una partita come noi possiamo commentare una gara tra scapoli e ammogliati".
Secondo te potrebbe, un giorno, tornare?
"Credo proprio di no e mi auguro che non torni, salvo che non cambi il mondo del calcio. Per me è obbrobrioso vedere certe cifre. Non è quello il calcio che abbiamo vissuto noi e che ci è piaciuto. Capisco Roberto quando non vuole più far parte di questo mondo, non sputa nel piatto dove ha mangiato, ma in questo calcio non si riconosce. Non è un caso che gente come Pulici, Maldini, Baggio e Antognoni non si vedano molto. Il calcio è diventato solo ed esclusivamente business, però poi la gente parla di Messi, non parla degli operai".
Adesso Roberto non segue più il calcio?
"Che io sappia no. Molto poco. L'ultima volta che l'ho visto mi ha detto che non vede più neppure novantesimo minuto. E' lontanissimo dal calcio".