Io curvaiolo...

La solita rubrica del lunedì. Un tifoso, da trentanni in Fiesole, ci racconta la sua "domenica bestiale".
12.02.2007 15:36 di  Redazione FV   vedi letture
Come cantava anni fa Fabio Concato, quella di ieri è stata proprio una domenica bestiale per i tifosi viola. Sfrattati dal Franchi a causa della ritrovata rigidità del ministro dell'Interno in fatto di sicurezza negli impianti sportivi, la domenica dei tifosi è iniziata subito con un pugno allo stomaco, quando i vari telegiornali hanno ufficializzato che lo stadio milanese poteva aprire i battenti agli abbonati, grazie al celere lavoro del comune e degli operai addetti al montaggio dei famosi tornelli. Dopo un primo moto di rabbia e frustrante senso d'ingiustizia nelle case fiorentine si sono sparse, con altrettanta rapidità, i giusti pensieri di benevolenza e di amore per i vari assessori, sindaci, portaborse, commissioni artistiche del comune gigliato. Vabbé, si sono detti in molti, saprò come votare alle prossime amministrative. Dopo questo brusco risveglio, la giornata del tifoso viola è proseguita con il puerile tentativo di immaginare la Fiorentina in trasferta, così da soffrire meno all'idea della forzata diserzione della zona del Campo di marte, e l'organizzazione e la ricerca di un luogo attrezzato per vedere la partita in tv. All'idea di una Fiorentina in trasferta i più sfortunati sono stati arruolati da mogli e fidanzate per una temutissima gita al centro commerciale di turno, dove con lo sguardo spento e la mente lontana, gli orfani viola si sono aggirati in attesa di notizie da coloro che almeno si erano organizzati con l'apparecchio radio portatile. I duri e puri invece, che hanno resistito all'idea femminile del centro commerciale, sono stati invece cooptati per l'altrettanto classica passeggiata al parco, accompagnando i figli vestiti in maschera di carnevale, dove, con fare assolutamente coinvolto, sono stati avvistati mentre tiravano coriandoli e soffiavano nelle lingue di Menelik per riuscire a scacciare dalla mente la visone degli undici viola in campo contro L'Udinese. Altri, coerenti, puntigliosi, coraggiosi e profondamente innamorati, si sono presentati lo stesso sotto la Fiesole, alla faccia del Ministro e dei Prefetti, per far sentire che, nonostante tutto e tutti, loro erano lì per ribadire il loro amore per la Fiorentina. La frangia di chi ha preferito la sofferenza televisiva ha iniziato quindi di buon mattino a telefonare ad amici, agli amici degli amici, a parenti (che magari non sentiva da mesi) pur di riuscire a strappare un invito, pur di riuscire a trovare una casa dotata di decoder Sky o di digitale terrestre: l'importante era trovare quattro mura accoglienti che proponessero la partita in diretta. Il numero più nutrito di tifosi viola però ha preferito la visione collettiva e più coinvolgente nei circoli attrezzati alla bisogna, dove, oltre ai classici cori da curva Fiesole, si è addirittura assistito alla "ola" alla bella rete di Pazzini. Insomma il popolo viola si è diviso forzatamente per questa prima (e speriamo ultima) domenica a porte chiuse: diviso dalle varie esigenze familiari ma unito dalla stessa sofferenza per gli undici in campo al Franchi. Domenica strana quella trascorsa dai tifosi della Fiorentina, sfrattati dalla loro casa per un bene comune più grande; all'imbrunire quando sono rientrati alle loro case di ritorno da Ikea o dalle Cascine, i più hanno maledetto l'intellighenzia dei politici che gli hanno tolto il calcio barattandolo con una domenica bestiale in famiglia. S.G.