IBRAHIMOVIC, Gli sms a Moratti per andarsene
Un grande calciatore, ma anche un "bambinone" che reclamava attenzioni speciali, inviando continui messaggi sms e pronto a puntare i piedi e a ribellarsi se l'Inter non gli avesse dato il via libera per il Barca. I retroscena della trattativa più difficile dell'estate, che ha portato Zlatan Ibrahimovic in maglia azulgrana, sono stati rivelati oggi da La Vanguardia, che assicura: «Per poco Zlatan non è rimasto senza polpastrelli a furia di pigiare i tasti del suo cellulare». Il quotidiano di Barcellona, cita fonti riservate del club, che assicurano: «Ci inviava messaggini ogni minuto, spiegando come stava o suggerendo quello che si poteva fare».
SMS A MORATTI - Messaggi in uscita verso i vertici del Barca, ma anche suppliche più o meno velate, indirizzate al presidente dell'Inter, Massimo Moratti: «Me lo avevi promesso, mi avevi detto che se il Barca mi avesse cercato, mi avresti lasciato andare». Ibra, grande calciatore e grande bambino, pronto a giocarsi tutto pur di atterrare al Camp Nou nella squadra dei suoi sogni, così lo descrive il giornale.
ULTIMATUM - Fino al punto, dopo giorni di estenuanti trattative, da lanciare l'ultimatum, che poi si è rivelato decisivo: «Mi ribellerò», la minaccia ai vertici nerazzurri, qualora non gli avessero permesso di saltare sul treno blaugrana. Messaggini in uscita ma anche in entrata sul telefonino rovente dello svedese, come quelli che, per provocarlo, gli mandava Mourinho, con su scritto sempre un'unica parola: 'Traditore!'. E, agli appelli dei vertici del Barca a portare pazienza, a restare calmo perché la trattativa potesse arrivare in porto, Zlatan, nel suo inesistente spagnolo, rispondeva con le uniche parole che conosceva: «Andele, andele», o anche «venga, venga», come a dire: su, su, avanti!