GILARDINO, Lecce mi porta bene
Osare di più: è la parola d’ordine del “senatore” Fabio Cannavaro per Italia-Montenegro e Alberto Gilardino, stasera al centro dell’attacco azzurro, coglie l’assist: «A Lecce ho segnato già con la Nazionale, contro la Moldavia, e poi un paio di gol col Parma - dice Gila -. Uno in particolare fu bellissimo: per questo non sento il peso di dover segnare, sto benissimo». In attesa che l’attacco azzurro si sblocchi (4 gol nelle ultime 3 partite, tra tante punte ha contribuito il solo Di Natale con una doppietta), piovono complimenti alla difesa.
E al suo capitano, Fabio Cannavaro. Ad applaudire il veterano del gruppo sono soprattutto i giovani, quelli inseriti con anticipo sul programma di rinnovamento causa assenza dei big azzurri: «Devo un grazie a Cannavaro e Gattuso, in campo a Sofia mi hanno aiutato tantissimo», dice Pepe, uno che si dichiara un «semi-giovane», con i suoi 25 anni, ma che rappresenta la novità di questo doppio impegno. Cannavaro incassa con piacere, ma avverte: giovani o vecchi, c’è una sola cosa da fare, vincere.
Il motto della partita di Lecce è unico, per tutti gli azzurri: o si ottengono i tre punti, o anche il pari di sabato in Bulgaria diventerà un mezzo fiasco. Lo avevano detto i giocatori lunedì, lo ha ribadito Lippi ieri, segno dei discorsi fatti a centrocampo nell’allenamento della vigilia.
Prima, il Ct si era fermato per un quarto d’ora a parlare faccia a faccia con Aquilani, appartato rispetto al gruppo. Dopo aver dato fiducia a Pepe, Montolivo e Dossena, e poi anche a Rossi, il Ct spariglierà ancora e contro le previsioni farà giocare il romanista, pure non al top della condizione, accanto a un De Rossi recuperato.
«Sto meglio», le uniche parole del regista azzurro, a riposo precauzionale anche ieri. Quanto a Giuseppe Rossi, il problema muscolare è superabile, assicura Lippi, così per lui ci sarà ancora spazio, dall’inizio o a partita in corsa.
«L’inserimento in questa Nazionale è molto facile», sottolineava dopo l’allenamento allo stadio “Via del Mare” Pepe, al quale verrà data un’altra opportunità. «Io non sono giovanissimo, ma credo qualcosa debba cambiare nella politica degli esordi col contagocce: guardate la Spagna, l’Inghilterra, dove si arriva in prima squadra a venti anni». Come dire: perché la sì e da noi no? Meglio quindi insistere di più con i giovani e lanciarli nella mischia.
«Sono tutti bravi, e non mi offendono se mi trattano come il senatore del gruppo - fa eco Cannavaro -. E’ stato così anche per me: con i Ferrara, i Costacurta, i Maldini, loro parlavano e io ascoltavo. E li seguivo. Ma non mi sento tagliato fuori perchè ho superato la soglia dei 30, se gioca ancora e a quei livelli uno come Paolo...», la battuta finale riferita a Maldini.
A cementare il gruppo, ribadisce Pepe, vengono poi serate come quelle di Lecce, una volta tutti insieme a cena sul mare di Gallipoli, un’altra in gruppo al cinema come dei teen agers: «Sono cose importanti, ci fanno sentire a nostro agio, sono un legame tra di noi», sostiene l’attaccante dell’ Udinese.
Integrazione fuori dal campo, collaborazione in partita: è la formula di Lippi. Ma senza vittorie... «Ci serve solo un po’ più di audacia rispetto a Sofia - fa notare Cannavaro - e un po’ di fortuna. Attenti al Montenegro, in attacco è più forte della Bulgaria, nel gioco in profondità e nell’uno contro uno. Ma i gol noi dobbiamo segnarli, punto e basta».
«Anche sabato avevamo giocato una buona partita, per organizzazione tattica - conclude Gilardino - qui è diverso, siamo in casa, serve la vittoria. Io vengo da un tour de force, dodici partite su tredici del calandario. Ma mi sento benissimo, sono pronto a rigiocare». E a segnare, perchè quest’Italia «ha un buon presente, ma anche un bel futuro davanti».