FUKSAS, Il mio Stadio come una nuvola

Proponiamo il testo integrale dell'intervista all'architetto Fuksas, autore del progetto del "Nuovo Stadio", comparsa stamani sulle pagine de La Repubblica
21.09.2008 12:00 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: la Republica

"Sono partito dal paesaggio, dagli alberi e dall´acqua. Soltanto dopo ho cominciato ad inserire gli elementi architettonici. Lo stadio prima di tutto, leggero come una nuvola". Così Massimiliano Fuksas descrive il suo progetto per la città dello sport. A giudicare dalle immagini mostrate da Diego Della Valle il suo stadio sembra galleggiare dentro una bolla d´aria. Come ha ottenuto questo effetto? "Tutto il concetto nasce da un´idea di paesaggio, di landscape. Lo stadio fa parte del paesaggio e si colloca nel contesto in modo quasi invisibile, pur consentendo il massimo di visibilità. Volevo raggiungere proprio questo obiettivo attraverso la struttura: visibilità vuol dire anche umanità, significa migliorare i rapporti dell´appassionato di calcio con il tifo. La copertura consiste in una sottile struttura di acciaio e un materiale di fibre di vetro che si trova all´interno di due microfogli di silicone. Si potrebbe dire che è un sandwich di silicone, che non si scalda e non si raffredda, è come un panno chiaro che fa penetrare la luce, trasparente ma isolante, capace di fare ombra, leggerissimo. Anche la Downtown commerciale sarà coperta in modo simile a questo". Solo calcio dentro la "nuvola". Gli altri impianti sportivi sono realizzati fuori dallo stadio, è così?"Esatto. Questo stadio sarà dedicato solo al calcio. E sarà un luogo di grande piacevolezza, con spazi confortevoli, sedie comode e più grandi di quelle a cui siamo abituati, ben distanziate tra loro. Uno stadio in cui andare non solo per vedere la partita della Fiorentina ma anche per mangiare, divertirsi, incontrare gli amici. Ci saranno bar e ristoranti. Per fare questo occorre una grande dimensione, tra i 45 e i 50 mila posti. Intorno, il verde. Alberi, canali e bacini d´acqua, ponti, il parco tematico e tutto il resto. L´area sarà completamente pedonalizzata, il traffico interno si muoverà solo su mezzi elettrici che sposteranno le persone dai parcheggi verso le varie zone. La gente camminerà serena, senza paura di trovarsi alle spalle un motorino o di attraversare la strada. Un luogo di pace". E´ la prima volta che firma il progetto di uno stadio? "E´ il primo che realizzerò. Ma avevo già progettato due stadi, uno in Cina e un altro in Austria. Erano completamente diversi però". Speriamo che lo possiate realizzare davvero. Della Valle su questo punto è stato molto deciso, agli amministratori fiorentini ha detto "trovatemi un´area e datemi i permessi in tempi rapidi". "Ma perché... l´area non c´è?". Ce n´è solo una grande 80 ettari, quella di Castello, ma appartiene a Ligresti e attualmente ci sono altre previsioni urbanistiche: la zona è destinata a parco verde. Ma le carte si possono ancora modificare. "Ah. Perché a noi ottanta ettari servono tutti". A Firenze è difficile trovare un altro terreno così ampio. "Immagino, la città è satura. Mi parlavano appunto di Castello". Della Valle ha svelato l´intero progetto Fuksas, con la Disneyland del calcio, il museo, la zona commerciale e gli alberghi. "Preferisco chiamarlo concetto anziché progetto, perché in questa fase parliamo di un´idea e non di un disegno tecnico. E non amo neppure la parola Disneyland, mi piace di più parco tematico del calcio, perché il calcio appartiene alla cultura e fa parte della storia di una città, in particolare a quella di Firenze che lo ha praticato per prima nella storia. Ho idea che l´evento calcio sia parte oggi di un senso di cultura allargata, perché cultura non è solo vedere le mostre o visitare gli Uffizi ma è anche costruire a Firenze un museo di arte contemporanea dedicato alla storia del calcio. Lo penso come soluzione liquida, una struttura fluida che permetta di passare dal fuori al dentro con estrema facilità. Gli alberghi completano il disegno urbano di questa città dell´antipaura". Bastano tre anni per costruire tutto questo? "Sì se ci danno le autorizzazioni subito. Il problema non sono mai né i soldi né i tempi ma le scelte. In Italia siamo imprigionati dalla paura di decidere. Invece dobbiamo fare i conti con il nostro futuro".