FIORENTINA, Urge un vertice Corvino-Prandelli

L'editoriale di TMW oggi è stato scritto dal giornalista sportivo Fabrizio Failla, nato a Firenze ed in Rai dal 1991. Inviato speciale di Rai sport, oltre a seguire la Nazionale Italiana, è telecronista sia di calcio che di pallanuoto.
03.05.2008 07:13 di  Redazione FV   vedi letture

Dopo 210 minuti di sterile possesso palla, la Fiorentina è stata costretta a dir addio al sogno europeo. Troppe le mancanze nell’organico viola palesate in questo turno per poter pensare di metterle in secondo piano. Paradigmatico il dato che gli unici tre tiri in porta degni di nota nel corso della gara siano stati effettuati dai Rangers, e che l’unica conclusione realmente pericolosa da parte dei viola tra andata e ritorno sia stata la punizione di Mutu parata da Alexander. Le carenze manifestate sono state principalmente due: innanzitutto la mancanza di esterni bassi adeguati nel ricoprire quel ruolo. Gobbi e Jorgensen si sono sacrificati ma non sono stati in grado di aggirare la diga avversaria servendo cross interessanti nell’area di rigore, ed il loro impiego è stato la cartina tornasole di una rosa non ancora sufficientemente attrezzata per competere ad alti livelli. Altra mancanza, ben più grave, è stata quella di un centravanti d’area di rigore, in grado di concretizzare con qualche conclusione il possesso palla messo in atto dalla squadra. Pazzini non è quel tipo di attaccante, e lo stesso Vieri è ormai limitato ad un’autonomia non superiore ai venti minuti. Non è stato dunque tanto un problema di chi c’era, quanto piuttosto di chi è mancato, e continua a mancare. Un centravanti come Toni, fenomenale di testa e con la sua fisicità, sarebbe stato l’ideale, ma anche un giocatore dalle caratteristiche di Inzaghi, un vero uomo gol, in grado di sfruttare al massimo le incertezze avversarie sarebbe potuto andare bene.
Problemi in attacco, dunque, che si spera possano essere risolti, a partire dalla prossima stagione, dall’acquisto di Stevan Jovetic.

Il diciottenne serbo, a quanto dicono, è un fenomeno vero. È stato accostato a Pato, anche se personalmente lo vedo più simile a Roberto Baggio. Un grande investimento, dunque, che non deve però essere sovraccaricato di responsabilità, non dimentichiamo che si sta sempre parlando di un diciottenne, che dunque non potrà certo farsi carico di tutti i problemi viola.
Ciò che veramente sarà fondamentale, piuttosto, è un confronto chiaro tra Pantaleo Corvino e Cesare Prandelli. È imbarazzante, infatti, vedere l’impiego dei protagonisti dell’ultima campagna acquisti, al di là di quello che sia il loro effettivo valore.
Tra l’estate e gennaio sono stati acquistati Da Costa che gioca con la Primavera, Semioli, Cacia, Vieri, Osvaldo, Papa Waigo che fanno panchina, e Balzaretti e Vanden Borre che sono stati ceduti senza essere mai impiegati neppure un minuto. Se a ciò aggiungiamo le cessioni di elementi del calibro di Toni e Pazienza, ecco che il quadro non è certo roseo…
Non resta, dunque, che concentrarsi sull’immediato, ovvero la lotta per il quarto posto. Prevedo un turno fondamentale in questo senso, in quanto la mia opinione è che qualora il distacco di due punti dal Milan restasse invariato, ci sarebbero concrete possibilità di farcela. Vedo infatti improbabile che dopo una stagione di questo tipo i ragazzi di Prandelli non riescano a superare il Parma in casa ed un Torino presumibilmente già salvo all’ultima giornata.