FIORENTINA-ROMA, Sfida infinita
Le due squadre che giocano il calcio più bello d'Italia? Spalletti alla vigilia non l'ha detto, e neppure Prandelli. Magari lo pensano: sono diversi in mille cose, non nella cultura del lavoro, non nel modo di inseguire il risultato attraverso il gioco, non nella capacità di costruire formazioni che sappiano attaccare con costanza senza farsi sommergere di gol. Logico che nutrano stima l'uno per l'altro, normale siano orgogliosi delle proprie creature. Strano destino, il loro: si sono incrociati sulla panchina della Roma, sia pure a un anno di distanza; hanno entrambi il viola nel cuore, Spalletti per antica simpatia giovanile, Prandelli soprattutto per contratto, ma anche per affetto e gratitudine. La loro storia è quasi lo specchio dell'intrico che pare legare Roma e Fiorentina da sempre. Prandelli fu la prima scelta di Sensi (e di Franco Baldini), quando Capello sposò la Juve: non fosse stato travolto da problemi famigliari - e ambientali - più grandi di lui, si sarebbe legato al giallorosso per chissà quanto tempo. Quando sbarcò a Trigoria, fotografò i tifosi in festa col telefonino, girando subito le immagini al figlio. Quando la lasciò, dopo un paio di mesi di sofferenze e di dubbi, le lacrime agli occhi.
Spalletti ne raccolse in fondo l'eredità, sia pure con dodici mesi di ritardo, a capo di due clamorosi fallimenti (Voeller e Delneri) e di un affannoso salvataggio (Bruno Conti). Forse Prandelli avrebbe compiuto la stessa opera di ricostruzione, di certo Spalletti l'ha avviata e poi gestita in modo straordinario. Stasera si ritrovano faccia a faccia, in uno stadio che si annuncia stracolmo. Orfani dei bomber che li hanno affiancati con successo nelle ultime stagioni (Toni e Totti), schiacciati all'angolo da una classifica che impone a entrambi di cercare l'impresa: la Roma se perde viene scavalcata in vetta, la Fiorentina se non vince dovrà ridimensionare i sogni di gloria che per ora si sforza di tenere sottotraccia.
Un filo misterioso, s'è detto, lega le due squadre chiamate oggi a un faccia-a-faccia per tanti versi spietato, i viola esaltati dalla prospettiva-soprasso, i giallorossi smaniosi di cancellare la beffa juventina. Senza pescare troppo nel passato, Fiorentina-Roma è la sfida del rocambolesco spareggio-Uefa del 1989, ultimo gol in carriera di Roberto Pruzzo, infilato nella porta giallorossa. È la partita del leggendario "Siamo tutti parrucchieri" del 9 aprile 2001, del grottesco posticipo imposto per ragioni di ordine pubblico, giustamente salutato dal sarcasmo tifoso: finì 3-1 per i viola, allora guidati da Roberto Mancini. Stasera ci risiamo.