FIORENTINA, Pazzini e Osvaldo la battaglia dei nervi
Giampaolo Pazzini da Monsummano, 23 anni, finora quest’anno un gol, di rapina, la prima di campionato con l’Empoli. Pablo Daniel Osvaldo, argentino di Lanus, 21 anni, una doppietta extralusso all’esordio in viola a Livorno. Uno freddo, forse in questo periodo intimamente sofferente per i gol latitanti e il paragone fastidioso con il fantasma di Toni, capace in Germania di buttarla dentro con frequenza impressionante. L’altro esuberante, estroverso, che fa doveroso sfoggio di umilità ma si vede lontano un miglio che non sta nella pelle dalla voglia di giocare, di stupire, di diventare un nuovo idolo dei tifosi, confermando a suon di reti quanto di buono dicono di lui in tanti, a partire da Pantaleo Corvino. Pazzini & Osvaldo: nessun dualismo, non sono concorrenti ma semmai complementari (vedi proprio Livorno, con Osvaldo schierato titolare come cursore sinistro), a garanzia di ciò c’è Prandelli e tanto basta. Ma è evidente che i due attaccanti rappresentano in questa fase della stagione aspetti differenti della Fiorentina. Contrastanti. Perché pensi a Pazzini, e ti vengono in mente l’impegno spasmodico sotto la porta avversaria, l’abnegazione apprezzabile per la squadra, ma non i gol che quest’anno non arrivano copiosi come si vorrebbe dall’erede designato di Toni. Mentre punti l’attenzione sull’argentino ex Lecce e Atalanta, e non puoi che rammentare i due gol di pregevole fattura nella notte livornese.
MESSA COSÌ, sembrerebbero chiari i presupposti di un nascente, ingombrante dualismo in attacco tra il Pazzo e Osvaldo. Vieri per un verso, Lupoli e Cacia per un altro non c’entrano in questo ‘duello’, rispondono a differenti parametri tecnici e di giudizio. Ma per fortuna della Fiorentina le cose non stanno così. Almeno finora. Osvaldo, se è vero — parola del suo scopritore Zeman — che oggi è più un centravanti che altro, possiede però potenzialità in grado di confermarlo esterno di qualità. E proprio di esterni di sicuro rendimento Prandelli ha bisogno, visto l’ennesimo ko di Santana e il recupero dell’ultim’ora e ancora da testare di Jorgensen. Osvaldo insomma, invece di far ombra a Pazzini, potrebbe dare una mano al compagno in viola illuminandogli la via al gol con cross e lanci che in queste prime nove partite ufficiali non sono certo abbondati. Conferma Antonio Bongiorni, che Pazzini conosce bene per averlo scoperto nel Margine Coperta e valorizzato nell’Atalanta: si sta completando, matura, è in crescita, lavora per la squadra, apre varchi, e la splendida forma di Mutu goleador lo dimostra. Insiste il talent scout: Pazzini sta pagando anche i problemi degli esterni, deve cercarsi i palloni, spesso duella con due difensori, la fatica raddoppia e lo strema. L’anno scorso entrava a gara avviata, gli avversari erano stanchi e segnare era più semplice. Prandelli ha idealmente appeso al collo del giovane attaccante il cartello «lavori in corso». La stessa cosa è stata fatta con Montolivo, e i risultati si vedono. Pazzini ha bisogno di tempo, pazienza, sostegno. La Fiorentina di gol. Nell’attesa, ci penserà Osvaldo?