FIORENTINA, I segreti della rinascita
A Verona Prandelli ha riscoperto una piega labiale simile al sorriso, la vittoria contro il Chievo può essere davvero la svolta dopo le ventate settembrine — kappaò a Napoli e contro la Lazio — o forse un modo per aumentare l’autostima, di quella ce n’è sempre bisogno, e il livello si era abbassato in modo preoccupante nelle ultime settimane. Cambio di rotta? «Siamo in crescita, ma non è vero che per noi comincerà un altro compionato», ha scandito Prandelli: come per dire che la Fiorentina è contenta di quello che sta costruendo, con molta fatica, cercando di superare gli effetti da overbooking nella rosa e la «discussione interna» — come l’allenatore ha definito la piccola resa dei conti nello spogliatoio dopo lo 0-3 e la festa lotitiana a Roma — è servita a fare chiarezza. I punti fermi stabiliti fra l’allenatore e i giocatori, alla presenza di Corvino, sono stati sottoscritti per accelerare l’integrazione fra vecchi e nuovi. Nessun manuale, ma un tris di memo per tutti, in modo che non si debba tornare più sopra a questi argomenti.
1) Ogni decisione dell’allenatore, compresa quella di non convocare Mutu, Osvaldo e Donadel per la trasferta di Verona, rientra nel capitolo scelte tecniche inevitabili, vista l’abbondanza.
A rotazione tutti andranno in tribuna, a parte qualche rarissimo caso (Frey, Gilardino, Gamberini, lo stesso Mutu in buone condizioni fisiche).
2) Le regole devono essere rispettate senza eccezioni. Nessuna tolleranza per i ritardi ingiustificati agli allenamenti, o agli appuntamenti decisi dallo staff.
3) Chi non accetta il turnover o è scontento può chiedere alla società di essere ceduto.
Il confronto ha restituito una Fiorentina più concentrata, e comunque consapevole che i «paletti» ribaditi da società e allenatore rientrano nel progetto di crescita in campionato e Champions, due impegni capaci di macinare squadre di altissimo livello (vedi Juve e Roma) se non c’è unità d’intenti.