FIORENTINA, Festa a Firenze, esplosione di viola
Cronaca di una notte memorabile. La festa Champions è cominciata in contemporanea come se un unico grido unisse i cinquemila tifosi viola presenti a Torino all'Olimpico, e tutti gli altri rimasti in città. Già al momento del gol provvidenziale di Osvaldo, il silenzio di una domenica raccolta davanti agli schermi delle tv e incollata alle radio, si è rotto per le urla di gioia che risuonavano dalle finestre. Nelle strade praticamente deserte. Poi, al fischio finale, la festa è partita. E' cominciata a Torino con cinquemila persone in delirio, è cominciata negli spogliatoi mentre Mutu, da Miami, inviava messaggi di complimenti ai compagni, ed è cominciata a Firenze dove, già mezz'ora dopo la fine della gara, la zona dello stadio era già nel pieno caos. Così gremita da spingere lo staff degli steward ad aprire immediatamente le porte della Curva Fiesole per evitare l'imbottigliamento sul Viale Fanti. Macchine, motorini, e clacson, bandiere, maglie viola ovunque. Una festa in tutto e per tutto simile a quella magica notte (coincidenza ha voluto che anche allora fosse il 18 maggio) in cui i viola alzarono al cielo la Coppa Italia. Ma quella di domenica sera era la festa della Champions League, e della vittoria sul Milan. E così tutti a saltare sui colori rossoneri mentre anche la tribuna veniva aperta visto che la Fiesole era ormai praticamente stracolma. Sul maxi schermo del “Franchi” i gol di questa indimenticabile stagione, sugli spalti c'è chi si abbraccia, chi sventola i drappelli viola, chi gioisce. Arrivano le notizie relative alla truppa di Prandelli che viene salutata da un migliaio di tifosi in festa all'aeroporto di Peretola, e il “Franchi” esplode. Viene aperta la maratona, il frastuono è assordante e mentre la luna comincia a illuminare il terreno di gioco sembra davvero di essere tornati indietro nel tempo di dodici anni. Poi esplode la festa. Entrano in campo i giocatori, si strappano le maglie, si lanciano secchiate d'acqua, cantano, ballano, raccolgono sciarpe. Dietro di loro, nell'estasi totale di trentamila persone, il presidente della Fiorentina Andrea Della Valle, il diesse Corvino, l'amministratore delegato Sandro Mencucci e lui, lo stratega, il mago di “Orz”, Cesare Prandelli. Tutti prendono la giusta ovazione, in primis il partente Ujfalusi, e tutti vengono lanciati in aria in gesti di trionfo, Corvino incluso che non sembra preoccuparsene. Papa Waigo dispensa la sua danza africana, Osvaldo raccoglie una bandiera argentina e se la lega come un mantello, Frey è incontenibile, e qualcuno rimane pure in mutande.
In un colpo di scena teatrale il gruppo prima rientra negli spogliatoi, poi esce di nuovo per un ulteriore bagno di folla. E viene giù di nuovo lo stadio. Intanto foto di rito di per tutti, con le istituzioni fiorentine, rappresentate dall'assessore allo sport del comune Giani e dal presidente della provincia Renzi, che partecipano sorridenti. Scorrono le ore della notte, ma Firenze non si ferma. I clacson e i caroselli continuano fino a tardi, mentre poco dopo la fine della festa allo stadio, dal garage, escono i protagonisti sommersi dai tifosi. Si riuniscono in un ristorante nella zona del Ponte Rosso. Tutti a cena insieme, presidente, allenatore e direttore sportivo inclusi. Brindisi e promesse per il futuro. La Fiorentina sarà ancora più forte e, soprattutto, giocherà la più prestigiosa competizione per club a livello europeo. Mentre la città continua a rimanere sveglia il gruppo dei giocatori (Dainelli, Kuzmanovic, Gamberini) si avvia verso una nota discoteca alle porte del casello di Firenze Sud. Alcuni salutano e se ne vanno, come Frey, o come Prandelli che si prende anche qualche giorno di vacanza, altri vivranno una notte particolare, come Donadel, che ieri si è sposato. La sua festa, infatti, è continuata nel pomeriggio con la cerimonia a Villa Gamberaia dove sono praticamente intervenuti tutti. I compagni di squadra, Corvino e tanti amici del mondo del pallone. Tra loro anche Alberto Gilardino, compagno di Donadel ai tempi del Parma. Quando peraltro su quella panchina c'era un certo Cesare Prandelli. Il rapporto è rimasto intatto e chissà che, complice il probabile arrivo del centravanti rossonero, non sia destinato a consolidarsi ulteriormente. Tutto, ovviamente, quando la Fiorentina si giocherà la Champions League. Firenze, per questo, ha abbracciato e ringraziato tutti. Per tutta la notte.