FIORENTINA, E' L'ORA DI OSVALDO. A Livorno Prandelli adotta il turnover

29.09.2007 07:00 di  Marco Gori   vedi letture

Turnover, che tradotto letteralmente dall’inglese significa avvicendamento, è un termine entrato nel gergo calcistico di casa nostra tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, grazie soprattutto al Milan “stellare” di Arrigo Sacchi; segnò praticamente la fine della distinzione tra titolari e riserve e la nascita delle “rose ampie”. Inizialmente prerogativa di pochissime “grandi”, con la nascita della Champions League ed il conseguente coinvolgimento di un numero sempre più ampio di squadre nelle competizioni europee, si è via via esteso a quasi tutte le squadre del nostro campionato. Cesare Prandelli, che è un tecnico attentissimo alle innovazioni ma allo stesso tempo un po’ nostalgico, lo ha sempre affrontato con una certa diffidenza, trovando il giusto mix di un gruppo di fidati titolari da integrare con delle valide alternative spesso a partita in corso. Al termine di una settimana che ha visto il tecnico di Orzinuovi più teso del solito, la squadra viola si trova davanti ad una svolta dell’era Prandelli: stasera a Livorno dovrebbero essere infatti diversi i “pilastri” della Fiorentina lasciati a riposo. Dainelli e Ujfalusi in difesa, cioè il capitano ed il suo vice, Montolivo a centrocampo e, “clamoroso al Picchi”, Adrian Mutu, l’uomo più in forma della squadra, il suo cannoniere, la sua anima. Sono l’assenza del Rumeno e la scelta del suo probabile sostituto, Osvaldo, le novità più ghiotte sorte alla vigilia del derby. L’argentino è stato, tra gli acquisti della scorsa estate, quello accolto con più scetticismo e sorpresa, tanto da far infuriare Pantaleo Corvino nel giorno della sua presentazione. Osvaldo, quel giorno, si presentò in sala stampa con una sicurezza ed una freddezza non comuni in un giocatore così giovane. Poi, di lui, pochissime notizie, ma probabilmente, conoscendo il modo con cui Prandelli inserisce i nuovi arrivi nell’organico, molto lavoro, e non solo fisico. A Firenze di Argentini ne sono passati molti; da Bahia Blanca arrivò il primo straniero dopo la famosa “riapertura delle frontiere” del 1980, Daniel Ricardo Bertoni; dall’Argentina è arrivata anche l’ultima bandiera della storia viola, Gabriel Omar Batistuta; nel mezzo qualche campione vero come Daniel Alberto Passarella e Ramon Diaz, e qualche “meteora”, come Oscar Dertycia, Diego Latorre e Ezequiel Gonzalez. A San Piero a Sieve Osvaldo non ci pensò troppo a fare il nome di Batistuta; Firenze non pretende così tanto; spera solo che Osvaldo rientri tra le tante scommesse vinte da Pantaleo Corvino; e vedendo le prime prestazioni in campionato di Bobo Vieri, un altro giocatore che ha destato stupore al suo arrivo, i segnali in questo senso sono più che incoraggianti. In campo, in ogni caso, si va in 11 contro 11, ci ha ricordato Aldo Agroppi (Leggi). La speranza è che siano quelli in maglia viola ad aggiudicarsi, dopo oltre 70 anni di digiuno, il derby di stasera.

LEGGI: FIORENTINA, Con il Livorno formazione nuova

PRANDELLI, Mutu fuori e Osvaldo titolare a Livorno

ANTOGNONI A FV, Ieri sera un grande calcio, Mutu insostituibile

OSVALDO, Posso giocare anche da esterno

OSVALDO, La maglia numero 9 ha di nuovo un padrone

"AMARCORD", Va in scena la "prima" del puntero, Daniel Bertoni.